16 Marzo 2025
JB | Dopo la Sardegna è stata la volta della Costa Azzurra. Su Olbia si è abbattuto un ciclone, in Francia una precipitazione eccezionale capace di scaricare in appena tre ore 180 millimetri d'acqua su un'area di trenta chilometri quadrati. Un'alluvione, quella che ha colpito la costa francese, che si è lasciata alle spalle mezzo milione di euro di danni e 21 morti.
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JB | Dopo la Sardegna è stata la volta della Costa Azzurra. Su Olbia si è abbattuto un ciclone, in Francia una precipitazione eccezionale capace di scaricare in appena tre ore 180 millimetri d’acqua su un’area di trenta chilometri quadrati. Un’alluvione, quella che ha colpito la costa francese, che si è lasciata alle spalle mezzo milione di euro di danni e 21 morti.

E dire che un’allerta era stata lanciata, un “codice arancione” che ora però sindaci e amministratori locali della Costa Azzurra giudicano troppo blanda. “Impossibile avere una precisione nello spazio e nel tempo tale da prevedere il raddoppio dell’intensità di un fronte temporalesco”, la risposta del direttore delle previsioni di Meteo France Cyrille Honoré.

E in Italia come funziona la procedura delle allerte meteo? Lo abbiamo chiesto a professor Claudio Cassardo, meteorologo e docente di fisica del clima all’Università di Torino. “In Italia non esiste un servizio unico di meteorologia, oltre all’Aeronautica Militare le previsioni meteo arrivano anche dalle Arpa regionali e dalla Protezione Civile. Quest’ultima di comune accordo con le Prefetture valuta se diramare un’allerta meteo e giudica il grado di pericolosità. Ultimo anello della catena sono i Comuni, utenti finali del servzio”.

Attenzione, però: spesso e volentieri più delle allerte sono fondamentali i comportamenti e le precauzioni che tutti dovrebbero adottare in caso di maltempo e di eventi eccezionali. Basti pensare a quello che è successo in Francia: delle 21 vittime dell’alluvione del 3 e 4 ottobre scorso alcune sono rimaste intrappolate nei propri garage mentre cercavano di portar fuori l’automobile. Sembrerà banale ricordarlo, ma luoghi chiusi come rimesse scantinati e anche sottopassaggi vanno evitati durante i temporali.

In autunno i fenomeni meteo estremi sono più frequenti, specie dopo un’estate molto calda come quella che ci siamo appena lasciati alle spalle. Il mare è un serbatoio di energia, capace di generare cicloni e alluvioni. Anche per questo chi vive in zone a rischio deve imparare ad autogestirsi, prima di tutto con una corretta informazione. Ancora il professor Cassardo: “sarebbe bene tenere d’occhio i bollettini meteo delle Arpa, ricordandosi che anche le previsioni hanno una scadenza e sono valide per 48 ore. Meglio diffidare di chi fa previsioni a lungo termine. Quello che più conta, poi, sono i comportamenti e la prudenza”.

Anche per questo la Lista dei Previsori del Tempo ha lanciato la campagna di prevenzione con una serie di suggerimenti per comportarsi in modo corretto ma soprattutto sicuro in caso di eventi climatici avversi. Si chiama Io non rischio Alluvione e la puoi trovare QUI

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