25 Aprile 2024
Share

Valeria Rombolà | Una foresta del Nord America è la casa in cui Ben ha scelto di far vivere i suoi sei figli, lontano dalle convenzioni del mondo. Nel silenzio dei boschi e nella natura più selvaggia i bambini crescono con i soli insegnamenti del loro padre. Quando la madre, malata di un disturbo psichico ormai da anni, si toglie la vita in un ospedale lontano dalla sua famiglia Ben e i figli saranno costretti a confrontarsi con la realtà per darle l’ultimo saluto.

L’inaspettato contatto con il nuovo mondo è però paradossale. I figli di Ben, anche se molto più intelligenti e preprarati dei loro coetani cresciuti in città, non sanno stare in quel mondo. Un duro confronto, che obbliga Ben a ripensare le sue scelte educative. Alla fine la soluzione sarà un compromesso tra natura e modernizazzione.

Il film di Matt Ross è raffinato e mai banale. Girato in appena 39 giorni, stupisce per l’originale modo di raccontare il difficile compito dell’educare i figli: qual è la giusta scelta, in un mondo così corrotto e difficile? Ben ha scelto la natura, l’isolamento, la fuga dalla civiltà. Un film che colpisce anche per il profondo bisogno insito nell’uomo di ricercare le proprie origini più vere e selvagge.

Lo stesso bisogno che aveva spinto il protagonista di Into the Wild: “c’è una gioia nei boschi inespolrati, c’è un’estasi sulle spiaggie solitarie. C’è una vita dove nessuno arriva”. Questa esigenza porta in entrambi i film alla medesima conclusione: è dalla condivisone e dall’accettazione della realtà che può nascere la vera felicità, adattando i propri valori al mondo intorno a noi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *