
Dal Barollo al Parmesan, quando il cibo italiano è un falso
— 27 Febbraio 2018Simone Panero | La chiave del successo del cibo made in Italy è nella serietà e nella costanza delle nostre aziende ed è fondamentale difendere l’origine dei nostri cibi. La contraffazione comporta notevoli danni per la nostra economia e per le importazioni all’estero e proprio per questo è stato istituito un piano di lavoro affinché non vengano distribuiti negli scaffali dei supermercati prodotti come il vino “Barollo” o il formaggio “Parmesan”, per citare solo alcuni esempi classici. Il rischio fake nel carrello della spesa sta aumentando notevolmente e la pratica colpisce soprattutto formaggi e salumi, ma anche prodotti ortofrutticoli e pasta.
Di cibo italiano e di quanto spesso la denominazione delle nostre eccellenze gastronomiche sia usata impropriamente nel mercato internazionale si è occupata la terza edizione del Festival del Giornalismo Alimentare, che ha riunito intorno allo stesso tavolo produttori, esperti del settore e giornalisti.
Per il presidente di Confindustria Piemonte Franco Biraghi occorre puntare sulla qualità e sulla sicurezza delle materie prime, difendendo ciò che è difendibile, come l’origine montana del cibo e lo splendore dei nostri oli. Per il presidente di Coldiretti Torino Fabrizio Galliati, gli stati stranieri utilizzano l’italian sounding in maniera del tutto impropria per attirare i consumatori; l’ordine di grandezza dei guadagni si aggira attorno ai 90 miliardi di dollari e in questo modo vengono penalizzate le aziende agricole, si perdono posti di lavoro e l’intero sistema viene messo in discussione. Si tratta di un business molto conveniente poiché le sanzioni sono ridicole e difficili da comprovare al netto di un ricavato piuttosto elevato. Persino alcune aziende italiane vendono prodotti falsificati. Un problema che va affrontato e risolto alla radice.
«I dati di riconoscimento del brand e italian sounding sono comunque positivi – spiega Paolo Cumino di Regione Piemonte – l’83% dei vini sono DOC (di origine controllata), 59 per la precisione. La Regione riconosce ben 338 prodotti agroalimentari, l’iter per il controllo di prodotti DOP e IGP è sostenuto da indicatori geografici e di qualità. La regione opera in tre ambiti di intervento: accesso dei prodotti tradizionali, misure di sostegno, vigilanza e controllo».
Il nostro paese è stato il primo al mondo a dotarsi di un reparto speciale delle forze dell’ordine, per garantire l’efficienza del settore. A comandarlo il colonnello dei Carabinieri Luigi Cortellessa, anche lui al tavolo del Festival a difendere i valori italiani e le specialità agroalimentari italiane.
Inserito da:
Related Articles
-
-
#SalTo22 – Un giorno tra scrittori ed editori
23 Maggio 2022 -
Cento nuove piantine al corridoio verde di Mirafiori
11 Maggio 2022 -
Un Museo della Moda per Torino
23 Aprile 2022 -
Saracco: sette nuove piattaforme per il PoliTo
20 Marzo 2022
fuorisacco
L’Esercizio Fisico è un Farmaco
— 25 Giugno 2022Giorgio Diaferia La specializzazione Universitaria in Medicina dello Sport ha cambiato nome in questi ultimi anni chiamandosi ora Medicina dello…
Video & TV
Antropos – ViverSano 2022
lo scaffale
Bill Gates : Come prevenire la prossima pandemia
— 12 Giugno 2022La pandemia da COVID-19 non è ancora finita, ma i governi di tutto il mondo, mentre lavorano per lasciarsela alle…
-
IN COLLABORAZIONE
-
noi parliamo di…
#LaSalute 10 ottobre acido ialuronico acqua alimentazione Ambiente Animali antonella frontani antropos appendino cambiamenti climatici carlotta viara Cinema circonomia clima co2 coronavirus covid covid19 Ecograffi Ecologia economia circolare enpa environment Festival giorgio diaferia inquinamento italia jazz legambiente pandemia pd piemonte Po prevenzione rete7 ricerca Salone del Libro salute Sanità sostenibilità sport torino vas virus
Lascia un commento