19 Aprile 2024
Simone Panero | Il dibattito pubblico sulle grandi opere diventa obbligatorio anche in Italia. Se ne è parlato a Torino, in un convegno organizzato dall’Ordine degli Ingegneri e all’Ordine degli Architetti, alla presenza di studiosi, operatori e imprese. Un'occasione anche per discutere crono programma e investimenti del Terzo Valico
Share

Simone Panero | Il dibattito pubblico sulle grandi opere diventa obbligatorio anche in Italia. Se ne è parlato a Torino, in un convegno organizzato dall’Ordine degli Ingegneri e all’Ordine degli Architetti, alla presenza di studiosi, operatori e imprese. Un’occasione anche per discutere crono programma e investimenti del Terzo Valico, il collegamento ferroviario che coinvolge numerosi paesi del Piemonte e della Liguria, la linea sarà ultimata solo nel 2021. Non sono mancate alcune azioni di protesta dei manifestanti ma la giornata di lavori si è svolta con regolarità.

Ha contribuito alla seduta il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio, in collegamento da Roma. «Per arrivare a decisioni politiche e amministrative serve un passo serio, un confronto diretto e la partecipazione attiva dei cittadini -ha detto Del Rio-. Le opere servono allo sviluppo e al miglioramento del paese, occorre conciliare le diverse posizioni nel dibattito pubblico, si lavora in base a valutazioni scientifiche e dati reali, a ciò va aggiunta l’intelligenza del territorio». In seguito la commissione ha analizzato i decreti attuativi e le esperienze pilota nel nostro paese, ma prima ha ascoltato l’esempio francese: Jean-Michel Fourniau, presidente del GIS Democratie et Partecipation ha fornito valide motivazioni e spunti interessanti. In Francia la CNDP, comitato nazionale del dibattito pubblico, ricopre un ruolo fondamentale nella realizzazione delle opere pubbliche. Esiste la garanzia di discutere tutte le alternative possibili alle proposte iniziali e, numeri alla mano, un terzo dei progetti sono sottoposti a modifiche.

Successivamente Alberto Selleri, responsabile della Direzione Realizzazione Opere di Autostrade per l’Italia, ha raccontato il percorso e le reali difficoltà incontrate con le diverse amministrazioni: «una volta il punto di riferimento era l’ente, oggi con il Terzo Valico è il cittadino». Nel confronto e nel dibattito pubblico bisogna ricercare la sostenibilità, e non è semplice per un progettista esterno conoscere i fattori ambientali, urbanistici e paesaggistici. Selleri ha spiegato nel dettaglio i progetti della Gronda di Genova e del Passante di Bologna, due esempi cardine. Sono altresì problematiche le vicende attorno all’RFI (Rete Ferroviaria Italia) che ha avuto come portavoce Aldo Lisi, Direttore della Direzione Investimenti, il quale ha raccontato l’esperienza diretta del dibattito pubblico e di mediazione con il territorio per la tratta Verona-Padova; in quel caso ci fu una consultazione pubblica e aperta per quanto riguardava il passaggio nella città di Vicenza, tutti i paesi limitrofi si riunirono. Per il Terzo Valico dei Giovi – secondo Lisi – occorre procedere attraverso un approccio innovativo (trasparenza e ascolto), una progettazione e un’organizzazione adeguata. Si tratta di un’opera da circa 6 miliardi di euro che potrebbe avere forti ricadute ambientali per il territorio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *