Occhio&Malocchio

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Carlotta Viara |

Quello dell’occulto è un mercato sempre fiorente.

Non conosce crisi, anzi, più c’è crisi più prospera.

Astrologi, cartomanti, maghi, sensitivi e “affini”… i recenti dati (fonte Codacons) parlano chiaro: il settore occupa una bella fetta di economia (spesso in larga parte sommersa), fornendo un contributo significativo alla determinazione del cosiddetto “paniere”  Istat  sui  consumi  in  Italia. 

Secondo le stime, sono trentamila i connazionali che quotidianamente si appellano alla sfera dell’intangibile.

Un numero sbalorditivo, per un fenomeno di indubbio fascino che tocca in maniera trasversale l’ignorante e l’acculturato, il ricco ed il povero.

Si calcola che l’anno scorso, in piena emergenza pandemica, circa il 18% della  popolazione abbia consultato qualche “oracolo”, alla ricerca di una illuminazione per rischiarare l’incerto futuro.

Problemi di cuore e di denaro gli argomenti statisticamente più trattati. Ma dal numero fortunato da giocare al lotto alla pozione per sgominare l’avversario professionale, il ventaglio dei temi è ampio e variegato.

La spesa per l’agognato responso si aggira,  in  totale, sui  250  milioni  di  euro  (nella  stragrande  maggioranza  non  tracciabili).

E se la domanda è aumentata di questi ultimi tempi – rispetto al passato – nella misura del +20%, l’offerta non ha tardato ad adeguarsi, uscendo dai binari della tradizione ed adottando forme innovative di “contatto” con l’utenza.

Il classico appuntamento al domicilio del veggente (con tanto di mise en place di candele, drappeggi, profumi orientali e musica di sottofondo) è stato infatti nella pratica quasi soppiantato dall’interazione da remoto, tramite Skype, Whatsapp o altro strumento similare.

Per premonizioni e vaticini dal sapore antichissimo e, nel contempo, sempre più al passo con la tecnologia, in linea con l’evoluzione dei costumi.

Con l’ovvia conseguenza di un abbassamento generalizzato delle tariffe: il costo di un consulto si aggira oggi mediamente tra i trenta ed i settanta euro.

L’“investimento” è insomma piuttosto abbordabile; un po’ come concedersi un trattamento estetico o un buon parrucchiere o una cenetta stellata. 

Decisamente meglio la cenetta. Ancor meglio se non stellata.

Inserito da:

Giorgio Diaferia

Medico specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione,è direttore Sanitario del Centro di Medicina Preventiva e dello Sport del SUISM-Università di Torino. E' docente a contratto in Medicina dello Sport Università di Torino. Dirige lo Stabilimento di Cure Fisiche del CMP e dello Sport del SUISM-UniTo E' medico di medicina generale e giornalista pubblicista.

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