14 Gennaio 2025
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Per lo sviluppo dell’Area Metropolitana Torinese

Giorgio Donna e Luca Davico a cura di Os21

Luciano Lenotti nasce a Bardolino (VR) nel 1945, vive e studia a Torino.
Dopo la maturità classica al liceo Valsalice,si laurea in giurisprudenza.

Nel 1970 entra nel gruppo SKF, dove diventa Direttore del Personale e poi Direttore Generale della consociata italiana.

Dal 2001 al 2004 è Amministratore Delegato di Speedline Italia,
quindi Amministratore Delegato di ASP, Asti Servizi Pubblici, fino
al 2008.
Crea nel 2004 la IBC per assistere le startup dell’incubatore del
Politecnico.

Fin dagli anni ’60 si impegna in politica con il PLI. Nel 1993 parte-
cipa alla costituzione di Alleanza per Torino, che porterà all’elezio-
ne del Sindaco Valentino Castellani.

Dal 1994 al 2001 è membro del CdA di GTT, i trasporti torinesi.
La sua grande intraprendenza lo porta ad assumere diversi impegni

extra professionali, come la Presidenza dello CSAIN, Ente Nazio-
nale di Promozione Sportiva, il Comitato Direttivo del gruppo

Giovani dell’Unione Industriale di Torino, la creazione del Circolo
Eau Vive e del Comitato Rota con l’edizione annuale del Rapporto
su Torino, la redazione della rivista “Torino È”, l’organizzazione di
eventi per la valorizzazione del territorio a Bardolino, sua città
natale.Infine, nel 2017, fa nascere l’Associazione Osservatorio21, di cui
diventa Presidente.
La morte improvvisa lo coglie il 9 Gennaio 2021.

OSSERVATORIO21 ETS è un’associazione di impegno ci-
vile nata nel 2017 con l’obiettivo di contribuire alla difesa della de-
mocrazia, di analizzare e suggerire strategie di sviluppo sociale ed

economico a favore del territorio, con particolare attenzione ai gio-
vani e all’area metropolitana torinese.

GLI AUTORI
Giorgio Donna, già professore ordinario di
Economia Aziendale, è stato docente all’Università e al Politecnico di Torino, alla Ca’ Foscari di Venezia e alla LUISS di Roma. Ha operato come consu-
lente per grandi imprese ed enti pubblici su temi di strategia, organizzazione, economia e finanza. In ambito pubblico è stato assessore al Comune di Torino, capo dipartimento al Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca, direttore generale dell’Università del Piemonte Orientale.
Autore di numerosi libri, articoli e saggi, ha pubblicato di recente
L’università che crea valore pubblico (Il Mulino, 2018).


Luca Davico, ricercatore al dipartimento Dist(Territorio) di Università e Politecnico di Torino; insegna Sociologia urbana, Sociologia dell’innova-
zione e Metodologia della ricerca sociale. Dal 1999 al 2023 responsabile scientifico del Rapporto Rota (che analizza politiche e dati relativi

all’area torinese e alle città metropolitane). Ha svolto e svolge attività di ricerca sui seguenti temi: piani, progetti e politiche territoriali, sostenibilità, trasformazioni urbane, mobilità, formazione, turismo, toponomastica, arte pubblica.

www.osservatorio21.it

os21@osservatorio21.it

In un paese che fatica a ritrovare la via dello sviluppo, l’area torinese

sta perdendo terreno rispetto ai territori più dinamici, come dimostrano numerosi dati e indicatori riportati nel testo. Questo concorre a spiegare il diffuso pessimismo che aleggia e che rischia a sua volta di spingere il territorio verso una direzione di declino.
È possibile ribaltare questa situazione?
Prendendo atto che, accanto a criticità che non vanno eluse e tanto
meno sottovalutate, Torino è dotata di importanti qualità distintive e
che, pure in assenza di azioni coordinate di pianificazione, sono in
corso trasformazioni di grande rilievo, il lavoro focalizza la propria
attenzione sul capitale umano, risorsa determinante per invertire la
rotta e cogliere fino in fondo le opportunità che quelle qualità e quelle
trasformazioni possono offrire.Ma c’è di più: grazie alla vitalità degli atenei e delle accademie, alla tradizione e qualità della formazione professionale, al fervore innovativo espresso da startup e incubatori d’impresa, la “coltivazione” di capitale umano può ambire a diventare essa stessa una delle vocazioni identitarie del territorio torinese. Una strategia orientata in questa direzione darebbe grande impulso alla capacità di attrarre nuovo capitale umano e, auspicabilmente, di trattenerlo. Perché questo possa accadere numerosi sono gli attori da chiamare in causa e le iniziative da mettere in piedi. È questo possibile percorso che il libro prova a tradurre

in una proposta articolata.

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