
Asia Motta
L’inceneritore del Gerbido non basta più, lo afferma il nuovo piano rifiuti e raccolta della Regione Piemonte.
Ormai si discute da tempo di un nuovo sito o dell’ampliamento di quello attuale.
Inoltre entro il 2035 secondo gli obiettivi stabiliti dall’Unione Europea riguardo la gestione dei rifiuti il Piemonte dovrà essere in grado di bruciarne 250 mila tonnellate in più.
Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta critica l’ipotesi della realizzazione di un nuovo inceneritore sottolineando che la Regione deve investire in riuso e riciclo.
Alice De Marco, presidente dell’associazione afferma: “Parlare di nuovi inceneritori mentre il Piemonte fatica a raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata è paradossale” e aggiunge “Questa scelta sarebbe un freno alla sostenibilità e un peso economico per i cittadini”.
Secondo l’associazione ambientalista i dati del PRUBAI “Il Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani e di Bonifica delle Aree Inquinate” dimostrano che un nuovo inceneritore in Piemonte o l’ampliamento di quello del Gerbido non sarebbe necessario.
I dati dimostrano che la capacità di smaltimento dell’inceneritore è sufficiente. Un impianto dalla capacità di 250000 tonnellate annue comprometterebbe lo smaltimento dei rifiuti e la raccolta differenziata.
Tra i motivi sollevati da Legambiente non troviamo solo quelli di natura ambientale, ma anche economici.
Infatti l’impianto oltre ad essere una minaccia per le acque ed i terreni limitrofi non verrebbe realizzato grazie ai fondi europei. I nuovi investimenti secondo le leggi europee devono essere progettati in modo che non abbiano effetti negativi sul clima e la biodiversità.
Il dibattito rimane aperto, la decisione finale spetterà all’Autorità Rifiuti Piemonte.