8 Febbraio 2025
In Italia manca una "cura del ferro" e i sintomi sono linee ferroviarie caratterizzate da gravi inefficienze, ritardi cronici, guasti frequenti e sovraffollamenti.
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Asia Motta

Gli italiani non ci sanno proprio fare con i trasporti. Su e giù per la penisola si contano più di 1.700 stazioni abbandonate e i ritardi sono cronici su (quasi) tutte le linee ferroviarie. E dire che basterebbe un po’ di manutenzione per avere un trasporto efficace per tutti e – cosa non da poco – meno emissioni di anidride carbonica. A dirlo è l’ultimo report “Pendolaria 2025” di Legambiente. (>>Per approfondire)

Il sud Italia rimane il più trascurato delle tre macro aeree, infatti oltre ad avere una linea per lo più non elettrificata sono almeno quattro le stazioni in disuso dal 2011.

Linee come la Palermo – Trapani, la Caltagirone – Gela, la Gioia Tauro – Palmi, non essendo funzionanti incrementano il traffico e di conseguenza le emissioni di CO2 nell’ambiente. Sempre nel sud Italia anche le ex Circumvesuviane sono tra le linee peggiori, soggette spesso ad avarie e soppressioni.

Nel centro Italia la Roma Nord – Viterbo nel 2024 ha contato almeno 5.000 corse soppresse. Al Nord la criticità è rappresentata principalmente dalla linea Milano – Mortara frequentata da almeno 19.000 persone al giorno e soggetta a guasti e ritardi. Inoltre i collegamenti interregionali sono stati notevolmente ridotti, come quelli tra Torino e Bologna, e la Milano-Venezia.

Lo stato mette a disposizione per il trasporto pubblico 5,2 miliardi di euro. L’87% dei fondi annuali verrà usato fino al 2038 per la costruzione del Ponte sullo stretto di Messina, a questo bisogna aggiungere altri lavori come l’ovovia di Trieste, lo Skymetro di Genova e la rigenerazione di alcune linee di Roma.

Secondo Legambiente per la riqualificazione delle vie tranviarie, ferroviarie e metropolitane bisognebbe aggiungere 3 miliardi di euro in più rispetto ai 5,2 miliardi stanziati dallo stato.

Soldi che – secondo l’associazione ambientalista – sarebbero recuperabili eliminando una parte dei sussidi alle fonti fossili e abbandonando progetti come il Ponte sullo Stretto e nuove superstrade.

Roberto Scacchi, responsabile mobilità di Legambiente, sostiene che per gestire al meglio la situazione sia necessario raddoppiare tutte le tratte a binario unico, moltiplicare servizi su ferro e aumentare la frequenza delle corse dei treni in tutte le aree interne su ogni tratta ferroviaria, così come nelle aree urbane, soprattutto durante le ore di punta.

Ci sono piccoli grandi passi fatti da città come Milano che l’anno scorso ha inaugurato la linea M4 impedendo così 3,7 milioni di spostamenti in auto annui. Ma non solo, nel sud Italia a Napoli è stata inaugurata la linea 6 e a Catania è stata prolungata la metro.

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