
Asia Motta
La riduzione delle liste d’attesa per le visite è una delle priorità della Regione Piemonte: l’obiettivo è di garantire 50.000 prestazioni in più entro giugno. A presentare il “piano di recupero” sono stati il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Federico Riboldi.
Il piano – hanno spiegato durante un incontro all’ospedale Mauriziano – mira a offrire una maggiore disponibilità di visite ed esami, sfruttando anche gli orari serali e i fine settimana.
I risultati, almeno in queste prime fasi, sembrano incoraggianti: da gennaio 2025 sono già state erogate oltre 8.000 prestazioni aggiuntive. Numeri che fanno ben sperare e che potrebbero anche superare ampiamente l’obiettivo delle 50.000 prestazioni aggiuntive entro giugno.
Merito – riconoscono Cirio e Riboldi – del personale ospedaliero, che si è dimostrato disponibile a venire in contro a questa emergenza.
Tuttavia, bisogna fare i conti con la carenza di infermieri, che nella sanità piemontese sono meni di 7.000. Secondo Claudio Delli Carri, segretario del sindacato Nursing Up il piano deve tradursi in azioni concrete. «Non è che il piano non si possa attuare, si attuerà entro giugno, ma bisogna separare la questione del piano delle liste d’attesa dalla carenza di personale. Questo investimento permette di ridurre i tempi di attesa, e questo è positivo, ma lascia irrisolta la problematica più grande: quella della carenza di personale nei servizi essenziali. Non si può continuare a spremere come limoni le stesse persone perché manca personale». E ha concluso: “In Piemonte manca personale, con l’accordo regionale, erano previste 2.000 assunzioni, ma ne mancano ancora 350».