
Mentre lo tsunami dei dazi si abbatte sull’economia mondiale, rischia di passare in secondo piano un altro grido di allarme. In un vero e proprio SOS lanciato alla popolazione americana e ripreso su Scientific American, circa 1.900 scienziati statunitensi di massimo livello, tra cui premi Nobel, avvertono che le mosse dell’amministrazione Trump contro i ricercatori azzoppano la scienza al punto da mettere a rischio la salute, l’economia e la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
In una lettera aperta rivolta “to the American people” e pubblicata lunedì 31 marzo, i firmatari – tutti membri della National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine degli Stati Uniti – “chiedono all’amministrazione di fermare l’assalto alla scienza degli Stati Uniti”. Gli scienziati, che con coraggio agiscono a titolo personale, lanciano l’allarme senza mezze parole: “Abbiamo convinzioni politiche diverse, ma siamo uniti, come ricercatori, nel voler proteggere la ricerca scientifica indipendente. Lanciamo questo SOS per lanciare un chiaro avvertimento: l’attività scientifica del Paese sta per essere decimata.”
L’attacco non riguarda solo le università. Sono state travolte anche le agenzie governative per la salute e per l’ambiente.
In più di trent’anni di lavoro nel giornalismo indipendente sulla salute e sui farmaci, non so contare le volte in cui ho consultato, citato, fatto riferimento a contenuti pubblicati dalle agenzie per la salute statunitensi come il National Institutes of Health (NIH), i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), la Food and Drug Administration (FDA). Ora anche queste agenzie subiscono un violento attacco, con una strategia concentrica che unisce a licenziamenti, censure e tagli anche la nomina di personaggi controversi alla loro guida. A partire dal segretario alla salute Robert F. Kennedy. Nel lasciare in questi giorni la FDA, Peter Mark, direttore del Center for Biologics Evaluation and Research, scrive nella sua lettera di dimissioni “it has become clear that truth and transparency are not desired by the Secretary, but rather he wishes subservient confirmation of his misinformation and lies”. C’è bisogno della traduzione?
Mi si stringe il cuore al pensiero delle decine di migliaia di lavoratori che si ritrovano improvvisamente per strada, all’umiliazione dei ricercatori, agli studi e ai lavori interrotti.
Penso anche agli straordinari risultati della ricerca scientifica in campo medico negli ultimi anni, a come ha cambiato la vita di tante persone ammalate – i primi a venirmi in mente sono i risultati contro l’HIV, l’immunoterapia contro i tumori, il vaccino contro il COVID – e a come si rischia di tornare indietro. Come già si è tornati indietro, dovrei dire, se oggi negli Usa di nuovo ci sono morti di morbillo.
L’articolo dell’epidemiologo Francesco Barone Adesi che abbiamo pubblicato questa settimana fa un punto molto chiaro su quanto sta avvenendo negli Stati Uniti. Dopo quello che è sembrato un iniziale stordimento, le reazioni a questo attacco inaudito contro la scienza negli USA sono in aumento e anche l’SOS dei 1.900 top scientist – da far circolare il più possibile – ne fa parte.