16 Maggio 2024
JB | Tutti numeri a tre zeri quelli dello scandalo VolksWagen: 948mila veicoli coinvolti in Francia, più di un milione in Gran Bretagna, 500mila negli Stati Uniti. E ora anche in Italia abbiamo una stima ufficiale. Sono 650mila le auto della casa tedesca in circolazione sulle strade del Bel Paese che montano l’ormai noto software in grado di alterare i risultati dei test di omologazione
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JB | Tutti numeri a tre zeri quelli dello scandalo VolksWagen: 948mila veicoli coinvolti in Francia, più di un milione in Gran Bretagna, 500mila negli Stati Uniti. E ora anche in Italia abbiamo una stima ufficiale. Sono 650mila le auto della casa tedesca in circolazione sulle strade del Bel Paese che montano l’ormai noto software in grado di alterare i risultati dei test di omologazione.

A comunicare i numeri la stessa azienda di Wolfsburg. I motori incriminati sono tutti Euro5, i modelli contrassegnati dalla sigla EA180 che equipaggiano, sempre secondo fonti della casa madre, 361mila VW, 197mila Audi, 35mila Seat, 39mila Skoda e 15mila veicoli commerciali. Non sono stati però resi noti i modelli, ma tutti saranno oggetto di campagne di richiamo e manutenzione. Le auto in circolazione, precisano sempre dalla Germania, sono tecnicamente sicure. Solo che inquinano di più (molto di più) di quanto dichiarato.

Proprio per questo in Italia l’Autorità Garante della Concorrenza ha aperto un’istruttoria per “pratiche commerciali scorrette”. In Francia a muoversi è la Procura di Parigi, che indaga su una precisa ipotesi di reato, la frode aggravata. La Svizzera ha ordinato il blocco delle importazioni e delle immatricolazioni.

L’Australia pensa a una multa da 700mila euro per ogni veicolo equipaggiato con il software scoperto dall’Epa, l’Ente per la protezione ambientale americano. Una frode che potrebbe costare a VolksWagen secondo le stime del Crédit Suisse 78 miliardi di euro tra sanzioni campagne di richiamo riparazioni e perdita del valore del titolo.

Poi ci sono gli altri numeri, le reali quantità di polveri sottili e di composti gassosi liberati nell’aria dai motori diesel durante il normale funzionamento sulle strade. Sarebbero almeno 60mila le tonnellate di ossidi di azoto (NOx) prodotte in più rispetto ai dati dichiarati per l’omologazione. Senza contare l’anidride carbonica e il particolato. Proprio gli ossidi combinati con il particolato hanno effetti nocivi per la salute umana: la loro interazione, scrive in un recente articolo The Ecologist, è responsabile di malattie all’apparato respiratorio e cardiocircolatorio, spesso causa di morte prematura. Il diossido di azoto è tra i più pericolosi inquinanti dell’atmosfera, irritante per gli occhi e le vie respiratorie. Un gas killer che per il British Medical Journal è letale per chi soffre di asma e di disturbi cardiaci.

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