7 Ottobre 2024
Gilberto Germani | Presidente Enpa Saronno | Cosa succederebbe se, come da molti ritenuto erroneamente necessario, ogni gatta avesse almeno una volta nella vita una cucciolata? Qui serve la matematica!
Share

Gilberto Germani | Presidente Enpa Saronno | Cosa succederebbe se, come da molti ritenuto erroneamente necessario, ogni gatta avesse almeno una volta nella vita una cucciolata? Qui serve la matematica!
Ogni animale partorirebbe circa 4 cuccioli. Se la metà sono femmine (2), anche queste, nel giro di 6 mesi, avranno messo al mondo altri 8 cuccioli. Dopo altri 6 mesi anche le giovani 4 gatte avranno dato alla luce 16  cuccioli. Passano altri 6 mesi: 16 gatte hanno partorito 72 gatti  da adottare.
È passato solo un anno e mezzo e da 1 sola gatta siamo arrivati a 72 nuovi cuccioli, immaginatevi che trascorra ancora lo stesso periodo di tempo e arriviamo a 576 nuovi gatti.
Sono passati a questo punto solo 3 anni dal primo della serie dei parti. In questo calcolo nessuna delle gatte ha prodotto più di una cucciolata (mentre se non controllata, potrebbe tranquillamente partorire anche 2-3 volte all’anno!) e, nonostante ciò, la cifra totale degli animali si è quasi centuplicata.
sterilizzazione-gattiSiete sicuri che sia così facile trovare abbastanza persone desiderose di adottare tutti questi animali?
Se esistessero così tante persone che vogliono adottare un gatto, come mai nelle poche strutture di ricovero per animali abbandonati ogni anno il numero degli animali ospitati continua a crescere?
Tenete presente che non è affatto vero che un parto prevenga i tumori o i problemi all’utero (come si sosteneva ormai tanti anni fa): l’unico metodo veramente sicuro di prevenzione delle neoplasie mammarie è proprio la sterilizzazione precoce dell’animale.
Siete ancora del parere che la vostra gatta debba fare i cuccioli almeno una volta nella vita?
Non bisogna che i gattili siano considerati la destinazione definitiva per gli animali abbandonati, ma solo luoghi di accoglienza temporanea per far fronte a situazioni di emergenza: il problema va risolto alla radice con interventi sistematici di riduzione della popolazione di randagi.
Ricordiamo infine che la legge 281/91 proibisce tassativamente la loro soppressione.

micini+mamma_deliziosaAlla luce di questi semplici calcoli si capisce come sia indispensabile intervenire per ridurre tale drammatica situazione, senza non poche resistenze.
Una classica obiezione quando viene  asserito che la sterilizzazione è contro natura.
Non esiste niente di naturale nel modo in cui sono stati selezionati dall’uomo, nel corso dei secoli, gli animali cosiddetti “da compagnia”, e tantomeno nel modo in cui vengono nutriti e fatti vivere nei nostri appartamenti e nei nostro giardini. Animali come questi non possono essere reintrodotti in natura, perché non sarebbero in grado di sopravvivere. Per questo motivo non ha alcun senso sottoporli alla sofferenza di un istinto che non possono soddisfare, oppure peggio ancora fargli mettere al mondo altri animali che rischiano l’abbandono, solo per non offendere la nostra sensibilità nei confronti di una presunta “naturale” integrità. Chiunque ha tenuto chiuso in casa un animale non sterilizzato sa quanto soffra durante il calore, contorcendosi e mugolando, diventando aggressivo per l’impossibilità di accoppiarsi.
Alla luce di tutto questo, la sterilizzazione dei propri animali rappresenta l’unica scelta responsabile per la prevenzione dell’abbandono e dei problemi che causa.

La sterilizzazione come prevenzione sanitaria

sterilizzare-gatto01La sterilizzazione ha effetti benefici sulla salute dei nostri animali, sia maschi che femmine, in quanto previene diverse patologie tumorali (tumore mammario, alle ovaie e all’utero nelle femmine, tumore ai testicoli e alla prostata nei maschi).
Durante il calore, si sviluppano grandi quantità di ormoni nell’organismo; il continuo alternarsi di ormoni con azione opposta (estrogeni e progesterone) provoca spesso patologie oncologiche ma anche patologie comuni come le endometriti e la gravidanza isterica, che a sua volta può provocare il tumore. Nei maschi gli ormoni possono provocare prostatiti e ipertrofia prostatica, causando nel cane adulto dolore e difficoltà a urinare.
Con la sterilizzazione, gli animali maschi tendono a perdere l’aggressività verso estranei e altri animali, legata alla protezione del proprio ambiente, e i comportamenti come la marcatura del territorio con l’urina.
Nelle cagne si elimina il rischio di deviazioni dell’istinto materno, come le false gravidanze che oltre a portare alterazioni organiche come le mastiti, possono sfociare in comportamenti aggressivi dovuti all’istinto di difesa della prole, anche se inesistente. Sia nei maschi che nelle femmine si attenuano l’eccessiva esuberanza e i comportamenti ossessivi nei confronti di oggetti o membri della famiglia.
Occorre però ricordare che non sempre l’aggressività è legata alla presenza di ormoni e quindi la sterilizzazione non garantisce un carattere migliore in tutti gli animali.

I tipi di sterilizzazione maschile e femminile

Gli interventi per sterilizzare un animale sono diversi e sarà il veterinario a scegliere quello più adeguato a seconda della situazione.
Femmina
Ovariectomia: l’asportazione delle ovaie elimina il calore e, se effettuata entro il primo anno di età, sembra essere l’unico mezzo efficace nella prevenzione dei tumori mammari e dell’utero.
Ovarioisterectomia: l’asportazione completa sia delle ovaie che dell’utero si esegue se l’animale è già in età più avanzata o in presenza di problemi uterini. Ha gli stessi effetti dell’Ovariectomia.
Legatura delle tube: è un intervento che si limita a evitare il concepimento ma non elimina il calore e le manifestazioni amorose. Per questo motivo non protegge la femmina da infezioni malattie sessualmente trasmissibili e non evita i comportamenti legati all’estro inoltre non ha effetto di prevenzione sulle patologie dell’apparato riproduttivo e sui tumori mammari. Nella gatta la sola legatura delle tube può portare a continui calori, perciò si tratta di un intervento generalmente sconsigliabile.
Maschio
Orchiectomia o Castrazione: l’asportazione dei testicoli elimina l’istinto sessuale e impedisce la fecondazione. Inoltre rende il carattere meno aggressivo riducendo così le fughe e i combattimenti con altri animali, che possono portare a ferite, infezioni o trasmissione di malattie. Ha importanti effetti preventivi nei confronti dei tumori dell’apparato riproduttivo.
Vasectomia: la resezione del dotto spermatico  evita la fecondazione della femmina, ma lascia inalterati il quadro ormonale e l’istinto riproduttivo del maschio, esponendolo ai rischi
connessi (fughe, combattimenti e malattie sessualmente trasmissibili). Inoltre l’intervento non ha alcun effetto preventivo sulle patologie tumorali. Può essere scelto solo nei casi in cui la castrazione è sconsigliata.

Le resistenze psicologiche contro la sterilizzazione

tetsuo1mggrAnche se è dimostrato che i gatti sterilizzati godono di ottima salute psico-fisica, molte persone hanno ancora delle resistenze nei confronti di questo intervento, che secondo loro snatura l’animale e lo priva dell’esperienza del sesso e della riproduzione. Sarebbe però un errore “umanizzare” i comportamenti degli animali. L’impulso sessuale, che per l’uomo è un insieme complesso di fisicità ed emotività che coinvolge anche il senso di identità personale, per l’animale è un semplice istinto, al quale deve obbedire guidato da forze più grandi di lui e per il quale, talvolta, mette a repentaglio la propria vita. La vera sofferenza e la vera frustrazione sono quelle provate da un animale non sterilizzato, che continua ad avere l’istinto di riprodursi ma gli viene impedito di soddisfarlo. Una volta privato di quell’istinto, l’animale non ne ha coscienza e quindi non soffre: le femmine non vanno più in calore e i maschi non ne sono più attratti, evitando frustrazioni e fughe.
La sterilizzazione viene eseguita in anestesia totale, si tratta dunque di un intervento non doloroso, ormai sicuro e certamente
meno pericoloso di una gravidanza o di un parto. La convalescenza nella femmina dura un paio di giorni, mentre il maschio tornerà normale una volta terminato l’effetto dell’anestesia.
Sicuramente l’equilibrio ormonale viene modificato dall’intervento di sterilizzazione. Tuttavia il metabolismo si assesta rapidamente ad un nuovo equilibrio, perciò è facile tenere sotto controllo il peso dell’animale grazie a un’alimentazione meno calorica. Spesso  nei gatti che vivono in casa l’aumento di peso è dovuto alla noia che li porta a mangiare troppo spesso, e alla mancanza di movimento. Per evitarlo, basta dar loro da mangiare a orari fissi e nelle quantità corrette, e dar loro la possibilità di giocare e muoversi.

Alternative alla sterilizzazione

L’unica alternativa alla sterilizzazione chirurgica è quella farmacologica, tuttavia la pillola può avere effetti negativi sulla salute, predisponendo a infezioni e perfino a tumori. Se non viene somministrata nei tempi giusti può non evitare la gravidanza e provocare malformazioni nei cuccioli. Questa soluzione andrebbe riservata solo a particolari casi in cui non si possa intervenire con la sterilizzazione.

Età media per la sterilizzazione

IMG-20160514-WA0021Nelle femmine è consigliabile aspettare i 6 mesi di età. L’intervento di sterilizzazione è tanto più protettivo nei confronti dei tumori dell’apparato riproduttivo, tanto più viene effettuato in giovane età, meglio se prima del primo calore.
Per il maschio è bene operare intorno ai 6-8 mesi, prima che cominci a “marcare il territorio” con l’urina; se convive con femmine fertili è meglio anticipare l’intervento. La credenza popolare secondo la quale sarebbe necessario far fare una prima cucciolata alla femmina prima di sterilizzarla è completamente falsa e inventata, non ha alcuna base scientifica e qualsiasi veterinario potrà smentirla. Al contrario, nelle femmine, la probabilità di insorgenza di tumori mammari si riduce tanto più quanto più la sterilizzazione viene effettuata in giovane età: se si agisce prima del primo calore si riduce quasi a zero.

Costi della sterilizzazione

I costi variano molto da un veterinario all’altro e da una città all’altra, ma indicativamente per la sterilizzazione con ovariectomia di una gatta femmina si possono pagare intorno ai 120-150 euro, per la castrazione di un gatto maschio intorno ai 100 euro.
Ricordiamo che buona parte degli animali ospitati nei rifugi sono già sterilizzati, pertanto chi volesse adottarli non deve preoccuparsi di sostenere questo costo.

La legge 281/91: sterilizzazione gratuita per le colonie feline

043831239-0f8372ba-ecfa-43da-bbe4-a670867b9c17Si definisce colonia felina gruppo di due o più gatti che coabitano nel medesimo territorio (ad esempio nei cortili condominiali, nei giardini di scuole e ospedali, nei parchi urbani o nelle cascine). La legge 281/91 tutela le colonie vietando i maltrattamenti nei loro confronti e lo spostamento degli animali in altro luogo. La stessa legge obbliga i servizi veterinari delle ASL di competenza a sterilizzare gratuitamente i gatti appartenenti alle colonie feline.
Le colonie feline possono essere gestite da volontari (anche persone singole), che possono registrarle presso il proprio comune e il servizio veterinario della propria ASL di appartenenza e avere diritto così alla sterilizzazione gratuita. Il numero di animali al di sopra dei quali viene considerata una colonia dipende dai regolamenti comunali. Informarsi presso il proprio comune e la propria ASL per le modalità di registrazione e sterilizzazione.
Si ricorda infine che quanto sopra esposto vale, nella maggiore dei casi, anche per i cani.

Per sapere di più sull’Enpa e sui volontari Enpa – Sezione di Saronno

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *