19 Aprile 2024
Simone Panero | Da un’indagine condotta dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre Torino risulta il comune capoluogo più indebitato d’Italia. Su ogni torinese, infatti, grava un debito pro-capite di 3.419 euro, per buona parte attribuibile al costo delle grandi opere per le Olimpiadi del 2006
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Simone Panero | Da un’indagine condotta dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre Torino risulta il comune capoluogo più indebitato d’Italia. Su ogni torinese, infatti, grava un debito pro-capite di 3.419 euro, per buona parte attribuibile al costo delle grandi opere per le Olimpiadi del 2006. I conti non tornano e Torino necessita di un piano strategico concreto.

L’ultimo consiglio comunale, dopo un’estenuante discussione sui 110 emendamenti delle opposizioni, ha approvato con 24 favorevoli la delibera di revisione delle partecipazioni societarie, portata avanti dal sindaco Chiara Appendino e dall’assessore Sergio Rolando. Il piano di riordino delle partecipate è imposto dalla legge Madia e, come deciso dalla giunta, le quote di quattordici società finiranno sul mercato. Si comincia con il 10% della Sagat (Aeroporto Caselle) e il 5% di Città Metropolitana. Molto acceso il dibattito sul CAAT, il centro agroalimentare piemontese: Torino possiede il 92% della società e anche in questo caso ne verrà messo sul mercato il 5%. Le altre partecipazioni oggetto di cessione saranno 2I3T e I3P, incubatori di Università e Politecnico, Ceipiemonte, Enviroment Park, Finpiemonte, IPLA, Ceva Albenga Garessio spa, Agenzia di Pollenzo, Banca Popolare Etica, Finanziaria Centrale del Latte.

La giunta ha varato un piano quinquennale in accordo con la Corte dei Conti per il recupero di 80 milioni. Il primo anno sarà il più duro poiché l’amministrazione vorrebbe tagliare 30 milioni sulla spesa, riducendo dell’8% i servizi e i trasferimenti. Da ciò consegue una perdita di retribuzione per i dipendenti comunali, il blocco delle assunzioni fino al 2019 e un aumento di multe e tributi. Il Consiglio ha compiuto una scelta pressoché obbligata, dimissionando tutto ciò che non è considerato rilevante per le casse comunali.

Il piatto forte per riequilibrare i conti è però la cessione di Iren, la holding in possesso con il comune di Genova e bene comune che appartiene da un secolo ai torinesi. Il ricavato potrebbe ammontare a 70 milioni da dividere proprio con il capoluogo ligure.

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