
Gli studenti torinesi si sono rotti i polmoni
— 15 Marzo 2019Alice Bertolini | Oggi abbiamo assistito a una delle più grandi manifestazioni ambientaliste degli ultimi anni. Più di 1700 città di 100 paesi in tutto il mondo hanno aderito al Fridays for Future, e Torino, con i suoi 30mila manifestanti, è stata una delle piazze più attive d’Italia.
Studenti da tutta la provincia piemontese si sono riuniti alle 9:30 in Piazza Arbarello: cortei giovanili hanno gremito Via Cernaia e le strade principali del centro, fino a inondare Piazza Castello nelle ore più calde di questa inverosimile giornata primaverile.
Lo sciopero viene annunciato da giorni: è da quasi un anno che movimenti ambientalisti giovanili si danno appuntamento nelle principali città di tutto il mondo seguendo l’esempio di Greta Thunberg. E’ stata infatti la sedicenne svedese a scioperare il 20 agosto 2018 per la prima volta di fronte al Parlamento di Stoccolma, chiedendo ai governi di tutto il mondo più attenzione e responsabilità nei confronti dei cambiamenti climatici.
Le parole della giovane attivista sono sulle labbra di tutti: non c’è più tempo da perdere quando si tratta di cambiamento climatico. Lo stesso SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente), lo conferma: negli ultimi 60 anni, l’emissione di gas serra ha provocato un aumento complessivo della temperatura di 2°C. L’ONU, la WMO (Organizzazione Meteorologica Internazionale) e la UNEP (United Nation Environment Plan) registrano gli stessi dati: il 2018 è stato uno degli anni più caldi di sempre. La concentrazione di CO2 nell’aria ha raggiunto una percentuale che si avvicina ai valori che i climatologi ipotizzano nell’atmosfera del Miocene (14-10 milioni di anni fa), ossia più di 405,5 ppm.
L’allarme lanciato dagli scienziati tuttavia non sembra aver smosso gli animi di politici e governatori di tutto il mondo, che al contrario non considerano il cambiamento climatico un problema su cui investire.
“Voi parlate soltanto di un’eterna crescita economica poiché avete troppa paura di essere impopolari” ha sostenuto Greta Thunberg durante la conferenza dell’ONU sul cambiamento climatico (COP 24). “Non siete abbastanza maturi da dire le cose come stanno. Lasciate persino questo fardello a noi bambini.”
E’ questo che fa dei Fridays for Future la più grande boccata d’aria fresca degli ultimi anni: giovanissimi sono gli studenti che hanno scioperato oggi, mobilitandosi a favore di una causa che sentono come propria, più di chiunque altro. Oggi ascoltiamo forse per la prima volta una voce nuova, genuina, e ci stupisce realizzare quanto poco conosciamo le giovani generazioni, le ragazze e i ragazzi che affollano i banchi di scuola, e che non hanno ancora l’età per votare.
Per la prima volta, il vero cambiamento sta partendo dai giovani, che sono i primi ad essersi mobilitati per sovvertire il sistema che sta portando l’umanità sull’orlo del baratro.
La richiesta di questi ragazzi è la stessa che a parole è stata espressa prima della COP 24 dai 16 capi di Stato e di governi europei, con una differenza: gli studenti le hanno fatte proprie e vogliono che diventino realtà. “Il cambiamento climatico è la sfida chiave del nostro tempo. La nostra generazione è la prima a sperimentare il rapido aumento delle temperature in tutto il mondo e probabilmente l’ultima che effettivamente possa combattere l’imminente crisi climatica globale”.
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