29 Marzo 2024
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Redazione (Fonte La Madonnina Gruppo San Donato)

Il calo delle temperature e l’arrivo dei primi freddi provocheranno, come ogni anno una ondata d’influenza. Quest’anno, però, in vista anche dell’attuale quadro epidemiologico dato dal Coronavirus, la situazione si preannuncia più complessa. In questo scenario, un ruolo fondamentale sarà rivestito dai vaccini antinfluenzali.

L’Influenza stagionale

L’influenza è una malattia infettiva respiratoria causata da alcuni virus della famiglia Orthomyxoviridae che mutano spesso. Per questo motivo, anche se l’abbiamo contratta la stagione precedente, di fronte a un ceppo diverso il nostro organismo non è protetto e, in caso di contagio, deve sviluppare dei nuovi anticorpi. 

Sebbene in molti casi l’influenza abbia un esito innocuo sulla persona,  l’impatto di queste epidemie sui sistemi sanitari mondiali è molto forte: l’OMS stima ogni anno fra i 3 e i 5 milioni di casi gravi d’influenza e dai 290.000 ai 650.000 decessi.

Vaccino antinfluenzale: i vantaggi rispetto al COVID-19

Nella prossima stagione influenzale 2020/21non si può escludere, una circolazione in contemporanea con il SARS-CoV-2: il virus della sindrome respiratoria acuta grave appartenente alla famiglia dei Coronaviridae.

La vaccinazione antinfluenzale costituisce già di suo un importante elemento di protezione, che determina:

  • riduzione del rischio di complicanze legate all’influenza (polmoniti batteriche, un peggioramento di patologie pregresse come quelle del sistema immunitario, respiratorie croniche etc.);
  • minore pressione sulle strutture ospedaliere in termini di costi sociali.

In correlazione al Coronavirus, oltretutto, vaccinarsi contro l’influenza permetterebbe anche:

  • una semplificazione della diagnosi e della gestione dei casi sospetti a causa della sintomatologia sovrapponibile con il Covid-19;
  • una protezione in più per il Coronavirus, in quanto un soggetto già indebolito dall’influenza potrebbe riscontrare conseguenze più serie nel contrarre successivamente il CoVid-19;
  • di non agevolare l’infezione da Coronavirus.

Influenza e COVID-19: quale relazione?

Un recente studio pubblicato su The Lancet ha dimostrato come alcuni virus influenzali potrebbero facilitare l’ingresso del SARS-CoV-2 nei polmoni . Infettando alcuni tessuti umani in vitro con SARS, MERS, influenzale aviario H5N1 e influenzale pandemico 2009, i ricercatori hanno riscontrato nelle cellule epiteliali alveolari una sovraespressione dei ricettori ACE2.

“Il Coronavirus riesce a penetrare nelle cellule umane come una chiave che apre una serratura. Nello specifico, la sua proteina S, che rappresenta la chiave, apre la serratura costituita dalla proteina, detta ricettore ACE2, presente sulla superficie della nostra cellula. Quello che se ne deduce è che, alti livelli di ACE2 potrebbero semplificare l’accesso al virus e lo sviluppo della conseguente infezione”.

In generale, i sintomi tipici dell’influenza sono: 

  • Comparsa dei primi sintomi generalmente brusca e improvvisa, accompagnata da brividi e sudorazione.
  • Febbre superiore ai 38°, di durata tra i 3 e i 4 giorni.
  • Mal di testa.
  • Malessere e dolori osteomuscolari, spesso forti.
  • Affaticamento e debolezza, che, contrariamente alla febbre, possono durare fino a 2-3 settimane.
  • A volte naso chiuso, starnuti e mal di gola.
  • Comuni i dolori al petto durante la respirazione e soprattutto la tosse.
  • Riduzione dell’appetito.
  • Fotofobia.
  • Aumentata suscettibilità di sviluppo di altre forme morbose (bronchiti, polmoniti).
  • Spesso ci sono anche disturbi gastrointestinali, come nausea, diarrea e crampi addominali.

Per ridurre l’impatto di quest’eventuale co-circolazione di influenza e Coronavirus, il Ministero della Salute raccomanda di anticipare la conduzione delle campagne di vaccinazione a partire da ottobre.

Le vaccinazioni si possono effettuare:

  • negli appositi centri delle aziende sanitarie territoriali/locali o delle strutture ospedaliere private;
  • dal proprio medico di famiglia;
  • dal proprio pediatra.

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