
Carlotta Viara |
C’è qualcosa di virale nell’aria … che non è il coronavirus.
È un qualcosa di spensierato, di divertente, di provocatorio.
La leggerezza di cui, in questo periodo pesante, abbiamo bisogno: è il Movimento Grandi Minuti, rivoluzione – pacifica e paciosa – in lotta contro i poteri forti (nella fattispecie, i produttori) per l’ottenimento delle garanzie minime riguardo la cottura della pasta.
Dicesi garanzie minime: l’indicazione sulle confezioni dei tempi di cottura ben leggibili.

Lanciato il mese scorso, l’appello, che risponde ad una crescente insofferenza diffusa, ha già raccolto, complice la risonanza mediatica, migliaia e migliaia di adesioni sotto lo stendardo “carboidrati&visibilità”.
Artefice/promotrice della brillante rivendicazione, sapientemente veicolata da un’eccellente strategia comunicativa, è l’agenzia creativa torinese Hub09 (https://hub09.it/).
I sostenitori dell’iniziativa, esasperati dagli spesso vani tentativi di decriptare sugli involucri gli oscuri codici in miniatura, avanzano, brandendo scolapasta e lente d’ingrandimento, per la piena realizzazione del manifesto programmatico:
“Milioni di italiani lo chiedono forte. Curvi la sera sulle cucine semi buie, con gli occhiali appannati dal vapore dell’acqua che bolle, alla ricerca disperata dell’indicazione anelata: il tempo di cottura della pasta sempre più piccolo, sul retro, sul bordo, su uno sfondo fluorescente. E gli italiani soffrono. Allora noi raccogliamo la voce popolare e ve lo urliamo chiaro e forte: scrivete le indicazioni di cottura grandi!».

Campione di reattività nell’accettare l’ironica sfida lo storico Pastificio Garofalo di Gragnano, che per l’occasione ha coniato i fusilloni limited edition (https://www.pasta-garofalo.com/it/prodotto/fusillone-limited-edition/), disponibili sull’e-store o presso i rivenditori su ordinazione.
I minuti a caratteri cubitali sul fronte confezione. A prova di accecato. Finalmente.
Altre marche stanno via via unendosi al coro degli insurrezionisti (Fabianelli, Sgambaro, Antonio Amato…), ma la simpatica trovata è stata abbracciata, ciascuno per la propria categoria merceologica, anche da Riso Gallo, Zuegg, Findus e Durex.
Un po’ per gioco un po’ per astuto marketing.
Non si registra allo stato nessun tafferuglio: la situazione è sotto controllo.
La frangia minoritaria degli assaggisti (gli anarchico-empiristi pro “testiamo se è al dente”), feroci oppositori del sistema cronometristi, è stata messa a tacere dai player del settore.
I composti manifestanti marciano verso una primavera concettual-commercial-pubblicitaria sul modello rivoluzione culturale cinese Mao Tse-Tung.
Che cento packaging fioriscano, che cento brand gareggino.