19 Aprile 2024
Maria Chiara Vietti | Genio e sregolatezza. Da Degas a Maradona. Un viaggio per mondi diversi di cui tuttavia il nostro mondo può conservare per sempre un grande regalo
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Maria Chiara Vietti

Genio e sregolatezza. Da Degas a Maradona. Un viaggio per mondi diversi di cui tuttavia il nostro mondo può conservare per sempre un grande regalo.

Un cuore, innumerevoli cuori

Negli ultimi giorni il mondo è stato colpito dalla morte di un uomo divinizzato mentre era ancora in vita. Maradona, El pibe de oro, viene considerato da molti il miglior calciatore di tutti i tempi. L’immagine dei supereroi che si inchinano al passaggio di un loro pari dà voce all’ AD10S al numero 10 più amato nel mondo del calcio.

Talento acclamato, Maradona viene ricordato per il gol del secolo segnato nei quarti di finale di Coppa del Mondo del 1986 quando Diego, in una decina di secondi, volando nella metà campo inglese, scarta i suoi avversari, anche il portiere, tira e la palla finisce in rete. Lo stadio esplode. Gli argentini si abbracciano, si baciano, piangono, amano. Un unico cuore argentino che avvampa. Un uomo che diventa nazione, popolo e sentimento.

Uomini e donne che vedono in lui non solo un calciatore, non solo un talento ma anche un grande uomo. Quello stesso uomo umile che ci insegna che la vittoria non è di uno solo ma di tutta la squadra. Un calciatore ma prima di tutto un grande cuore. Lo stesso cuore che si è donato alla città di Napoli per finire con l’incarnarsi nella stessa essenza dei napoletani, negli stessi innumerevoli cuori.

La sregolatezza

Fin dal 1982, per sua stessa ammissione, Maradona faceva uso di cocaina. Forse la cocaina era per lui un modo per perdersi. Un modo per evadere. Essere grandi non è sempre facile. O forse, era un modo semplicemente per entrare in un mondo in cui poteva lasciarsi tutto alle spalle. Un mondo in cui non sentire il peso di sbagli, responsabilità e paura, debolezze che appartengono ai mortali. La cocaina come qualsiasi altra forma di droga rappresenta di per sé una debolezza umana.

In passato però, la droga ha assunto un significato tragicamente affascinante. Nella storia, infatti, tanti sono stati gli artisti geniali la cui arte si è alimentata di “sregolatezza”.

Pensiamo al quadro dell’Assenzio di Degas che, seppur un po’ malinconico, ci racconta gli usi di un tempo. Andare a bere assenzio nei caffè parigini era quello che facevano gli stessi pittori. E chissà quanti capolavori sono nati sotto l’uso di tale liquore. Non vino, non birra ma un liquore che ti permetteva di astrarti e di volare lontano lasciandoti, tuttavia, un senso profondo e quasi incolmabile di solitudine. Ma con l’assenzio siamo forse solo agli inizi di un lungo viaggio che ha visto come partecipi tanti altri artisti e tante alte sostanze.

Marilyn Monroe del 1967, un dipinto trasformato in icona senza tempo, si pensa sia stato prodotto proprio sotto effetti stupefacenti dal maestro indiscusso della Pop Art, Andy Warhol. Il volto di Marilyn, semplicemente il suo volto, sempre uguale ma in colori diversi. Una figura bidimensionale che esce dalla dimensione, un’immagine che rallegra e allo stesso tempo travolge. Una diva, Marilyn, una vita stroncata anch’essa dall’eccesso. La stella del cinema veniva cosi’ evocata da Andy Warhol a seguito della sua morte prematura. Andy è riuscito a ridarle un posto, a farla rivivere agli occhi di tutti e a celebrarla con semplicità. Quella semplicità che poteva essere creata solo da un genio.

Quando a comandare è la pura genialità

Maradona, Degas, Warhol, Marilyn, esempi di genialità pura, che tanti giovani affascina, accomunati da una forte volontà di trasgressione. Una trasgressione pura, simbolica, individuale, attraverso la quale evadere dal mondo. Quel mondo che tanti avrebbero voluto afferrare ma che per loro era semplicemente difficile da vivere normalmente. Quel mondo che tutt’oggi da e toglie. Quel mondo che elogia e che rifiuta. Quel mondo dove tutti sono giudici ma nessuno lo è poi veramente. Le difficoltà sono diverse per vite diverse. Ognuno ha le sue.

E allora non ci resta che salutare Maradona, Degas, Warhol, Marilyn e tutti quei geni che, seppur passando per altri mondi, hanno reso il nostro cosi’ meraviglioso.

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