27 Aprile 2024
Alessandra Ferrara | Le fasi che consentono il realizzarsi di un sogno, il perseguire di uno scopo costituisco l’azione che determina il successo o il fallimento dell’impresa come reazione. Il terzo principio della dinamica applicato a Casa Florio
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Alessandra Ferrara

Spesso commettiamo l’errore di pensare che le leggi fisiche siano confinate alle sole applicazioni tecnico-scientifiche, dimenticando che la loro validità sia universale. Coinvolgono, infatti, anche la sfera psico-fisica ed emozionale dell’uomo, quindi, per riflesso il percorso intrapreso per raggiungere o mancare un obiettivo.

Fallimento e successo nel pensiero comune sono etichettati come qualcosa che esclude l’altro in modo assoluto: un approccio analitico potrebbe confutare tale tesi.

La terza legge della dinamica

Per la terza legge della dinamica, più conosciuta come principio di azione e reazione, quando due corpi interagiscono tra loro, la forza esercitata dal primo sul secondo produce una forza sul secondo uguale per intensità e direzione, ma contraria in verso.

Lo sviluppo delle fasi che consentono il realizzarsi di un sogno, il perseguire di uno scopo costituisco l’azione intrapresa dall’uomo che determina il successo o il fallimento dell’impresa come reazione.

L’intensità della forza è difatti analoga. La differenza sostanziale risiede nel verso, che per definizione è il senso di percorrenza della direzione stessa: gli ostacoli, le rinunce, i sacrifici sia personali che professionali rappresentano, quindi, le variabili.

I Leoni di Sicilia

« Sussulta. Al timone c’è suo padre, Paolo. E sulla murata, pronto a prenderlo, c’è lo zio Ignazio, che gli fa cenno di raggiungerlo. Ride, lo chiama».

È l’immagine con cui la scrittrice Stefani Auci conclude il suo, ormai noto e celebrato, romanzo “I Leoni di Sicilia” in cui i tre pilastri della famiglia Florio si ricongiungono dopo la morte.

Paolo ed Ignazio prima, Vincenzo dopo, sono stati in grado di trasformare un’umida e fredda putia di spezie (piccola bottega ndr), nota come aromateria, in Casa Florio: una grande e profittevole attività commerciale nata in Sicilia a fine 700’.

Il grande intuito negli affari consentì ai fratelli Paolo ed Ignazio e al figlio del primo Vincenzo, di costruire una vera e propria macchina di successi economici: inizialmente il loro core business era il commercio di spezie, esteso poi a quello della seta e dello zolfo fino alla produzione del Marsala e quella del tonno in scatola.

La legge fisica dei Florio

La forza impressa dai tre uomini nel rendere grande il nome di casa Florio ebbe delle pesanti conseguenze sulla loro vita privata. Per il principio appunto di azione e reazione, la forza di risposta segue un verso diverso.

Paolo è un’anima persa, come definito dalla stessa scrittrice. È stato un marito autoritario e scontroso per la moglie Giuseppina, che quasi lo odia. Un padre temuto e assente per il figlio Vincenzo. È un uomo vinto dal rancore, incapace di riconciliarsi con la sorella Mattia, anche quando la morte è vicina.

«Come? Manco la malattia ci può? Nemmeno adesso gli si ammorbidisce il cuore? […] Senza cuore e senza coscienza. Manco il perdono mi merito?»

Ignazio, al contrario del fratello, è la chiave empatica della famiglia: scudo protettivo del nipote Vincenzo e della cognata di cui è segretamente innamorato, tanto da rivelare il suo sentimento solo quando ormai è troppo tardi. Il suo è il fallimento dell’amore sincero.

Vincenzo, invece, eredita la caparbietà del padre e l’empatia dello zio. È un uomo talmente ambizioso che per difendere il nome della sua famiglia rinuncia inizialmente alla donna che, in realtà, più ama al mondo: Giulia la madre anche dei suoi figli. Guidato dal suo cuore, però, riesce a trovare il giusto compromesso tra successo professionale e privato.

«A fatica, lui si volta. Quanto l’ha amata? Soltanto in quel momento capisce con assoluta chiarezza che solo quella donna poteva restargli vicino. Che Giulia non è stata una punizione o un ripiego, ma un dono. Senza la sua pienezza, il suo amore, la sua dedizione, lui non sarebbe riuscito a fare nulla. Nulla, se non avesse visto in lei il suo medesimo fuoco»

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