19 Aprile 2024
Alessia Laudadio | Esistono tecnologie che permettono di applicare l'economia sostenibile al mondo della cosmesi?
Share

Alessia Laudadio

Che cos’hanno in comune il mondo della cosmetica e l’economia circolare? È stato questo l’argomento del settimo appuntamento di Circonomia moderato da Barbara Righini – blogger di saicosatispalmi.com – e Flavio Coffano – di ERICA: le tecnologie innovative che permettono di applicare l’economia sostenibile al mondo delle cosmesi.

«In vent’anni le cose sono molto cambiante, c’è un interesse sempre maggiore verso i prodotti eco-bio» dice Barbara Righini, che continua «non si tratta solo di un discorso di bellezza, ma anche di salute. Al giorno d’oggi l’accesso a questo tipo di prodotti è più semplice, ma resta comunque complicato riconoscerne la qualità».

Ezio Camisassa di Aulina – azienda che da alcuni anni produce e vende cosmetici naturali e bio – ha spiegato in modo molto interessante e conciso come funziona la produzione dei loro cosmetici. «Aulina trasforma i prodotti del territorio in qualcosa che fa bene alle persone, ma anche all’ambiente» racconta. «Il nostro territorio è ricco di materie prime o di scarti di lavorazioni – come acque di costituzione, estratti lipoglicerici o nano liposomi – e tutti rientrano nel processo produttivo di cosmetici eco-bio. La nostra particolarità emerge nel momento in cui i nostri prodotti non possono essere duplicati dalle grandi aziende, perché essere non hanno un legame stretto con il nostro territorio».

Simone Sampo – Direttore dell’Istituto Internazione di Elicicoltura di Cherasco – ha, invece, raccontato di come, a partire dalla chiocciola, si sia cercato di creare una nuova economia: «con la bava di chiocciola siamo passati attraverso diversi settori – all’agricoltura, all’allevamento, al food e alla cosmesi. L’utilizzo di questo elemento risale addirittura agli antichi greci, che lo usavano sul proprio corpo per dare un valore aggiunto. È chiaro, quindi, che siamo in possesso di un qualcosa che può aiutarci nel campo della bellezza, ma anche in altri ambiti, come quello farmaceutico».

Alla domanda della blogger su cosa debba prendere in considerazione un consumatore nella scelta di un prodotto, i due ospiti rispondono in modo univoco: «il consumatore deve scegliere un prodotto fatto bene, di un produttore che conosce. È difficile essere trasparenti sui prodotti biologici – soprattutto in termini di certificazione – ma informandosi sul produttore e, di conseguenza, sul prodotto, la scelta risulterà più semplice».

Si dovrebbe, quindi, guardare in modo diverso quello che viene definito come “scarto”: se si legge questa materia prima in altre forme, si vedrà come possa essere utilizzata anche in altri ambiti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *