27 Luglio 2024
Alzata di scudi in difesa del cioccolatino sabaudo contro la pretesa della multinazionale svizzera Lindt di cancellare dalla ricetta le nocciole
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Alice Russo

Si moltiplicano le iniziative per riconoscere al cioccolatino Gianduiotto il marchio IGP, dalla fiera di Cioccolatò alla visita del presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia allo stabilimento di Torino pochi giorni fa.

La polemica è nata qualche settimana fa: il colosso della coccolata Lindt, multinazionale svizzera che ha acquistato il marchio Caffarel, primo produttore del Gianduiotto, ha deciso di cambiare in parte la ricetta originaria, aggiungendo latte in polvere all’impasto.

La Lindt vuole ridurre la presenza della nocciola al 26% e sostituire la parte restante con il latte in polvere, una modifica destinata a alterare la vera ricetta del cioccolatino piemontese.

Molti gli esperti del settore che si stanno adoperando affinché venga riconosciuto il marchio IGP. Questa denominazione aiuta il prodotto nella tutela e nella riconoscibilità mondiale e garantisce una filiera più stretta e controllata che rispetta qualità e tradizione italiana.

Guido Castagna, miglior cioccolatiere d’Europa e Antonio Borra, segretario del comitato del Gianduiotto di Torino Igp, sostengono che cambiare la ricetta di questo cioccolatino famoso in tutto il mondo sia una mossa sbagliata e avventata che può danneggiare la filiera e l’intera industria.

Castagna ha notato che molti prodotti di eccellenza italiani siano perduti o poco riconoscibili nel mondo tanto che, anche la vicina Francia, produce cioccolatini chiamati Gianduiotti.

Il gianduiotto mette in moto un giro d’affari di 200 milioni di euro all’anno: per difendere l’intera filiera è nato un comitato composto dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e da alcuni amministratori locali. Il tentativo è quello di dialogare con la multinazionale svizzera, che al momento però tace. L’intento è di trovare una soluzione per un prodotto eccellente, che ha una lunga storia e del quale si deve proteggere la denominazione.

Il Gianduiotto nasce a Torino nel 1865 e deve il suo nome alla famosa maschera piemontese Gianduia. Gli ingredienti principali sono tre: zucchero, cacao e nocciola “Tonda gentile” prodotta sulle Langhe.

Quest’ultima, inizialmente, era un prodotto povero ma oggi ha un’importanza notevole perché è un’eccellenza per la regione Piemonte e il marchio made in Italy che riesce a produrre ed esportare 100.000 quintali all’anno.

«Il riconoscimento Igp non vuole essere un marchio commerciale, ma uno strumento per garantire questa eccellenza dolciaria come patrimonio comune di tutto il Piemonte e dei cioccolatieri che vorranno seguire la ricetta autentica» afferma il commissario UE per l’agricoltura Janusz Wojciechowski con la speranza che questo prodotto possa rimanere legato al territorio.

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