4 Ottobre 2024
Il 10 febbraio si commemorano le vittime delle foibe e i 250mila profughi che hanno lasciato l'Italia e sono sparsi per il mondo.
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ALICE RUSSO

Il 10 febbraio è il giorno del ricordo. Istituito nel 2004, ricorda i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata. È una giornata che serve per commemorare le vittime in Istria, a Fiume e in Dalmazia e per ricordare i 250mila profughi che scapparono in altre parti d’Italia e nel resto del mondo, in America, Canada o Australia.

LA STORIA: dopo la fine della Seconda guerra mondiale, quasi 20mila italiani vengono torturati e uccisi e buttati nelle foibe, aperture usate come discariche. Dopo la caduta del regime fascista, alcuni partiti comunisti comandati da Tito uccisero migliaia di persone e coloro che non erano comunisti vennero considerati nemici. Tito occupò l’Istria ma non riuscì ad invadere Trieste. Il dramma delle terre italiane dell’Est si concluse con la firma del trattato di pace di Parigi il 10 febbraio 1947.  Con la conferenza di Parigi, venne deciso che per il confine si sarebbe seguita la linea francese: l’Italia consegnò alla Jugoslavia numerose città italiane e rinunciò per sempre a Zara, alla Dalmazia, alle isole del Quarnaro, a Fiume, all’Istria e a parte della provincia di Gorizia. Questo trattato però comportò l’esodo di migliaia di italiani.

I condannati venivano legati insieme. Spesso si sparava a una o due persone, le altre venivano trascinate nelle foibe e morivano dopo diversi giorni fra atroci sofferenze.

Come ogni anno, le amministrazioni statali si preparano a celebrare e mantenere viva la memoria con iniziative varie: il 9 febbraio Palazzo Ghigi darà una medaglia di onorificenza alle famiglie delle vittime. Dal 10 febbraio, la facciata di Palazzo Ghigi avrà il tricolore e la scritta “Io ricordo”, ma anche altri ministeri hanno promosso iniziative per mantenere viva la memoria e permettere alla popolazione di non dimenticare mai un accaduto così tremendamente orrendo. Il ministero dello sport e dei giovani ha creato un treno che partirà da Trieste e arriverà a Taranto il 27 febbraio con all’interno una mostra multimediale con foto e testimonianze delle vittime. Il ministero della cultura si occuperà di illuminare 3 monumenti quali il Colosseo, la pinacoteca di Brera e il museo di Capodimonte e creerà convegni con la partecipazione di varie associazioni come Il Comitato 10 febbraio o l’Associazione Comunità Istriane.  Anche e soprattutto Trieste commemorerà le vittime con un programma che dura circa 21 giorni: c’è l’inaugurazione del museo Padriciano e la presentazione di molti libri e convegni. 

Sardos Albertini, presidente della Lega Nazionale e del Comitato Martiri, durante la presentazione degli appuntamenti culturali di Trieste, ha affermato “A Trieste, che ci fossero state le foibe, lo sapevamo, in tante parti d’Italia no”. Purtroppo, il silenzio che ha avvolto questo tragico evento storico italiano non ha permesso di conoscere a pieno questa brutalità e spesso, la storia lo trascura.  Come aveva dichiarato Giorgia Meloni, presidente del consiglio, “La memoria delle foibe è stata vittima di una congiura del silenzio”. Solo dagli anni 90, con l’attenzione dei mass media, la strage delle foibe tornò ad essere un argomento discusso e portato in luce. L’allora presidente della Repubblica Cossiga, in visita alle foibe di Basovizza si inginocchiò e chiese perdono per i troppi anni di silenzio. Dal 2004, dopo la legge che stabilì il giorno del ricordo, vennero creati film quali” il cuore del pozzo” o “la rosa dell’Istria”, quest’ultimo trasmesso lunedì 5 febbraio in prima serata su Rai 1.

A Torino ci sarà una commemorazione al cimitero monumentale, davanti alla scultura commemorativa creata dall’artista Michele Privilegi. L’anno scorso il capoluogo piemontese ha inaugurato un giardino per mantenere vivo il ricordo delle vittime, in zona Vallette.

Giardino della memoria, Torino

Associazione nazionale di esuli: https://www.federesuli.org/chi-siamo/associazione-nazionale-venezia-giulia-e-dalmazia/

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