
In Punta di Coda | Scimmie clonate, “un passo indietro anche per la ricerca”
— 4 Febbraio 2018Gilberto Germani | Presidente Enpa Saronno | Poco più di una settimana fa la rivista Cell ha annunciato che all’Istituto di neuroscienze dell’Accademia delle scienze di Shanghai sono nate le prime due scimmie al mondo clonate con la tecnica della ormai famosa pecora Dolly. Quello che è stato fatto in Cina è un passo indietro, anche per il mondo della ricerca.
«La scienza non può e non deve essere svincolata dall’etica, altrimenti diventa una forma di totalitarismo che purtroppo abbiamo ben conosciuto negli anni più bui del ‘900. Quando proprio in nome della scienza sono stati compiuti e motivati i peggiori crimini dell’uomo contro se stesso, contro gli animali, contro l’ambiente».
D’altro canto -prosegue Enpa- parlare in questo caso di progresso e di passi avanti per la ricerca scientifica ci sembra del tutto fuori luogo. La clonazione dei primati, oltre ad essere eticamente inaccettabile, avviene nel solco di un metodo, la sperimentazione animale, che sempre più spesso viene messo in discussione dagli stessi scienziati. Il vero obiettivo di questa operazione dunque sembra essere quello di creare, come è stato detto, un esercito di animali con cui riempire i laboratori, naturalmente, e con cui macinare profitti.
Insomma, invece di puntare su filoni di ricerca molto più promettenti, come i modelli di simulazione computerizzata o le coltivazioni cellulari in laboratorio (con questo sistema la Johns Hopkins di Baltimora ha sviluppato mini-cervelli umani) una parte del mondo scientifico continua a seguire strategie anacronistiche e controproducenti, vista la differenza biologica tra un organismo animale e uno umano. E, di conseguenza, l’impossibilità di trasferire tout court all’uomo i risultati degli esperimenti condotti su topi, cani e primati.
«Dal punto di vista etico, la clonazione dei macachi rappresenta un’aberrazione, pure in considerazione delle sofferenze che, con la gestazione forzata, vengono inflitte alle “mamme dei cloni”. Ed è proprio per evitare queste sofferenze che, in un altro settore, quello dell’allevamento, due anni fa il Parlamento Europeo ha messo al bando la clonazioni di animali. Dal punto di vista scientifico rappresenta un preoccupante e pericoloso salto a ritroso nel tempo»
Ma in fondo -conclude Enpa- forse la sperimentazione e la ricerca di nuove terapie sono solo pretesti per legittimare esperimenti fuori controllo di apprendisti stregoni. E a quel punto non ci saranno più frontiere né limiti.
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