
Torino, una biblioteca a cielo aperto
— 10 Ottobre 2018Eleonora Altieri | Sabato 6 e domenica 7 ottobre il centro di Torino ha cambiato volto, trasformandosi nella biblioteca più lunga del mondo. Due chilometri di libri hanno invaso i portici, con un serpentone ininterrotto di bancarelle da via Roma a piazza Carlo Felice.
Dalla narrativa alla storia, dai viaggi ai fumetti sono 19 i tratti tematici che hanno unito i 123 librai provenienti da tutto il Piemonte.
Portici di Carta 2018 è dedicata a Pippi Calzelunghe in occasione del suo sessantesimo compleanno. Pippi è una bambina diversa da tanti altri protagonisti della letteratura d’infanzia: irriverente, capace di cavarsela sempre e comunque, in qualunque situazione con la voglia di affrontare tutto e tutti, bambini e adulti. Un modello di femminilità, non solo infantile, impensabile sessant’anni fa.
L’intera Piazza San Carlo è stata infatti allestita per i bambini: attività artistiche, laboratori e letture ad alta voce dei libri premiati nelle varie edizioni del Premio Nazionale Nati per Leggere, e quelle animate dedicate a Pippi, curate dagli allievi della Scuola Operatori Doppiaggio Spettacolo.
La novità di quest’anno è il Bibliobus, una “biblioteca itinerante” su ruote, con 1200 libri a scaffale e computer. Fino a sabato 13 ottobre offrirà la possibilità di leggere a domicilio in quei quartieri di Torino meno serviti dal Sistema bibliotecario cittadino. Queste le tappe: Giovedì ore 14.30-18.30, Parco F. Ruffini; Venerdì ore 14.30-18.30, Giardini dell’Istituto Tecnico Primo Levi/Corso Unione Sovietica, 490; Sabato ore 8.30-14.30, via Chiesa della Salute, angolo via Villar.
Come tutti gli anni le “Passeggiate letterarie” hanno raccontato i più suggestivi angoli del centro rievocando, lungo gli itinerari scelti, eventi storici e aneddoti di artisti e intellettuali che hanno vissuto in quei palazzi o camminato per quelle vie.
Un modo per scoprire, passo dopo passo, la città che ha ispirato tanti scrittori e pagine indimenticabili, da Edmondo De Amicis a Guido Gozzano, dalla coppia Fruttero e Lucentini a Jean Jacques Rousseau, o ancora Primo Levi e Natalia Ginzburg.
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