
Antonella Frontani
Un viaggio senza precedenti nella storia della letteratura mondiale.
Un percorso nell’abisso umano, fino alle sue vette, in cui Dante traccia la mappa per il cammino tra gli orrori, lungo le fragilità, fino all’abbandono dell’imperfezione terrestre per giungere oltre, alla visone dell’Assoluto…
“luce intellettual piena d’amore,
amor di vero ben pieno di letizia,
Letizia che trascende ogni dolore”.
(Par. XXX, vv. 40-42).
A far luce nel percorso di dolore e salvezza, le arti. E’, infatti, nell’intreccio di filosofia, religione, scienze, lettere che il viaggio s’illumina di conoscenza per l’uomo moderno, quello di tutti i tempi, anche i nostri.
Ogni uomo in fuga da sé è il destinatario perfetto di questo insegnamento, dunque, ognuno di noi, compreso Dante, che accetta di attraversare insieme il baratro. Non si sente uno spettatore, né un giudice ma un protagonista. Il cammino lo fa prendendoci per mano, immedesimandosi nella tragedia umana, fino alle soglie dell’abisso per guardarne la profondità
È questo che rende contemporaneo Dante, compagno degli imperfetti.
La sua grandezza è stata quella di trasformare questo viaggio in un poema insuperabile destinato a durare nel tempo e lo strumento che lo ha reso possibile è stata la poesia. La narrazione perfetta, la costruzione espressiva, la comunicazione persuasiva, di terzina in terzina, rendono Dante l’interlocutore perfetto.
Leggere la Divina Commedia è come trovare un eterno riparo. Meraviglioso, accogliente riparo dall’imperfezione umana.

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