29 Marzo 2024
Il quadro economico e sociale italiano è caratterizzato, alla metà del 2021, dai contraccolpi negativi della crisi derivata dall’emergenza sanitaria, ma anche dal delinearsi della ripresa dell’attività economica
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LA CRISI E IL RECUPERO: LA CONGIUNTURA ECONOMICA E SOCIALE Il quadro economico e sociale italiano è caratterizzato, alla metà del 2021, dai contraccolpi negativi della crisi derivata dall’emergenza sanitaria, ma anche dal delinearsi della ripresa dell’attività economica. La recessione globale è stata violenta e di breve durata, con un immediato rimbalzo favorito dalle misure di sostegno e ulteriori pause dovute ai provvedimenti di contenimento del contagio. I mesi più recenti vedono il convergere di tutte le principali economie verso un sentiero di veloce recupero a cui il nostro Paese sembra essersi agganciato.L’impatto della crisi sanitaria ha colpito l’economia italiana in maniera particolarmente acuta, con una caduta del Pil dell’8,9 per cento nel 2020, determinata essenzialmente dal crollo della domanda interna e in particolare dei consumi. Nel primo trimestre 2021, nonostante il prolungarsi dell’emergenza, l’attività economica si è stabilizzata, con importanti progressi nella manifattura e nelle costruzioni e in alcuni comparti del terziario. In primavera, la ripresa dell’industria si è accentuata e il clima di fiducia delle imprese è divenuto via via più positivo anche in gran parte dei servizi.La crisi ha investito anche il mercato del lavoro: il calo dell’occupazione ha riguardato all’inizio principalmente i dipendenti a termine e gli indipendenti, poi anche i lavoratori a tempo indeterminato. Ad aprile 2021, rispetto a prima dell’emergenza, gli occupati risultano in diminuzione di oltre 800 mila unità. La contrazione dei posti di lavoro si è accompagnata a un calo della disoccupazione e all’aumento dell’inattività, ma nella fase recente di moderato recupero occupazionale emerge un ritorno alla ricerca di occupazione.Nel 2020 la dinamica dei prezzi è stata compressa dal crollo della domanda e delle quotazioni delle materie prime, con un tasso di inflazione in media quasi nullo. Nei primi mesi di quest’anno la risalita del prezzo del petrolio e il generale recupero dell’attività economica hanno cominciato ad alimentare le spinte inflazionistiche, che nel nostro Paese restano più moderate che nel resto della Uem

Il 2020 è stato un anno particolare per la finanza pubblica, a causa delle misure eccezionali di contrasto della crisi. I vincoli posti dal Patto di Stabilità e Crescita sono stati sospesi, con aumenti generalizzati dei deficit pubblici; nel nostro Paese il disavanzo ha toccato il 9,5 per cento del Pil, contribuendo a far salire notevolmente l’incidenza del debito.Le recenti previsioni Istat stimano per il 2021 una robusta ripresa dell’attività, dei consumi e degli investimenti, spinti anche dall’avvio del PNRR: la crescita del Pil dovrebbe essere del 4,8 per cento e proseguire, con un ritmo di poco inferiore, l’anno successivo.I flussi di trasferimento verso le famiglie hanno molto contenuto gli effetti della contrazione dell’attività sul reddito disponibile (sceso del 2,8 per cento). Tuttavia, le misure connesse alla crisi sanitaria e i mutamenti di comportamento hanno determinato una caduta dei consumi ben più ampia rispetto a quella del reddito, con un eccezionale aumento della propensione al risparmio. In conseguenza della contrazione dei consumi, anche l’incidenza della povertà assoluta risulta in forte crescita, sebbene se ne riduca l’intensità: molte famiglie scivolate in tale condizione hanno mantenuto, anche grazie alle misure pubbliche di sostegno, una spesa prossima alla soglia di povertà.Nella seconda indagine “Diario della giornata e attività ai tempi del coronavirus” si sono rilevati i cambiamenti che la crisi ha prodotto nell’organizzazione della vita quotidiana. A distanza di quasi un anno dall’inizio dell’emergenza, coesione e fiducia nelle istituzioni sono i sentimenti che sembrano prevalere. D’altra parte, le abitudini e i comportamenti si sono modificati, con effetti sull’organizzazione dei tempi della maggioranza della popolazione, guidati dalla riduzione delle attività extra domestiche. Nella seconda ondata epidemica, invece, la descrizione delle giornate e delle attività svolte mostra una transizione verso una quotidianità più vicina a quella pre-crisi

Leggi il rapporto completo 2021 ISTAT

https://www.istat.it/storage/rapporto-annuale/2021/Rapporto_Annuale_2021.pdf

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