15 Maggio 2024
Francesca Grassitelli | Tutta incentrata sui cambiamenti climatici e le loro ripercussioni la puntata di Antropos-Viversano, il programma televisivo che approfondisce temi riguardanti la salute, l’ambiente e le politiche sociali.
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Francesca Grassitelli | Circolo VAS Torino-Redazione Ecograffi

Tutta incentrata sui cambiamenti climatici e le loro ripercussioni la puntata di Antropos-Viversano, il programma televisivo che approfondisce temi riguardanti la salute, l’ambiente e le politiche sociali.

Prodotta dalla emittente Telecupole Piemonte e a cura della redazione di EcoGraffi in collaborazione con l’associazione Verdi Ambiente e Società, la trasmissione è condotta dal medico e giornalista Giorgio Diaferia, coadiuvato dalla Redazione di Ecograffi

Due gli ospiti di questo nuovo appuntamento: l’ingegner Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti Piemonte e il professor Paolo Vineis, (nella foto) ordinario di epidemiologia ambientale presso l’Imperial College di Londra, premiato lo scorso anno a Sorrento dall’Associazione V.A.S. con la Targa al merito .

Oggi tutta la comunità scientifica è unanime nell’affermare che ci troviamo davanti a fenomeni climatici sempre più estremi, frequenti e devastanti, la cui causa è da attribuire alle attività umane come l’aumento dei gas serra immessi nell’atmosfera. Rispetto ai livelli preindustriali, infatti, l’anidride carbonica è aumentata del 147%, il metano del 259% e il protossido di azoto del 123%.

E proprio a questo riguardo si è da poco conclusa la Cop26 di Glasgow, che avrebbe dovuto sancire delle linee guida per contrastare i cambiamenti climatici. Nel corso dell’evento Mondiale si è tenuta un’importante Tavola Rotonda istituita dalle Nazioni Unite sui temi del cibo e dell’agricoltura a cui ha partecipato lo stesso professor Vineis, che ci riporta alcune riflessioni al riguardo: “se da un lato vi è stata la riconferma degli obiettivi per il 2030 e il 2050, dall’altro lato è evidente la mancanza di un vero e proprio piano strategico, che è invece affidato all’iniziativa dei singoli Stati, molti dei quali non fanno quasi nulla in termini di contenimento dell’incremento della temperatura.

L’obiettivo comune risulta così essere l’adattamento dell’uomo e delle politiche ai cambiamenti climatici, evidente risultato di un compromesso politico tra i paesi in via di sviluppo, e sopra tutti la Cina, che difficilmente si può definire in tal modo. Questa scelta è in evidente contrasto con quella della mitigazione, ossia l’abbattimento delle immissioni di gas inquinanti nell’atmosfera, che dovrebbe invece avere un’assoluta priorità.

Adattare le future generazioni alle nuove condizioni climatiche significa infatti non far nulla per arginare problemi come l’innalzamento del livello del mare, che sempre più mette a rischio di scomparsa le piccole isole e le città costiere, o come anche alluvioni e siccità che hanno un impatto elevato sulla produzione e sul costo del cibo.

Il grave rischio cui si va incontro è quello di una concorrenza sleale tra i paesi che s’impegneranno a mettere in atto politiche ecologiche e quelli che continueranno invece ad agire come fatto finora. Così, i prodotti agroalimentari coltivati in seno a politiche attente e tutelanti avranno un costo maggiore e si confronteranno inevitabilmente con quei prodotti dal costo più basso. Ecco che in un contesto così frammentato lasciare l’iniziativa ai singoli Stati risulta un gesto problematico, ed anzi l’Unione Europea dovrebbe stabilire regole sia nel campo della sicurezza alimentare che dell’impatto ambientale delle produzioni nell’ambito degli accordi internazionali.

Sono perciò necessarie azioni politiche trasversali rispetto a diversi settori, in grado di apportare dei benefici tanto nell’ambito dei cambiamenti climatici quanto della salute pubblica: è questo il tema dei cosiddetti “ecobenefici”. Si prenda ad esempio la produzione e il consumo di carne, il cui eccesso comporta sia maggiori emissioni di gas serra sia un impatto negativo sulla salute e sulla mortalità dei consumatori ad esempio per malattie vascolari e cardiache.
Particolarmente sensibile è anche il settore delle produzioni agricole, sottoposto a continui mutamenti che vanno di pari passo con i nuovi fenomeni climatici: in sud Italia, ad esempio, a seguito dell’importante aumento della temperatura vengono ora coltivati prodotti esotici, o ci si ritrova a combattere contro i cosiddetti insetti alieni, che riescono a sopravvivere anche nel nostro paese e a minare i nostri raccolti. Questi Insetti , specie zecche e zanzare, di provenienza da Paesi Tropicali sono vettori di gravi malattie quali ad esempio la Malattia di Lyme o la Encefalite dell’arbovirus delNilo, molto pericolose per la salute umana

Molti sono anche gli effetti che i cambiamenti climatici hanno sulla vita degli uomini. Si ricordi l’ondata di calore che ha colpito l’Europa nel 2003 causano più di 70mila morti, o anche quella che nel 2008 ha colpito Russia e Medio Oriente, con la conseguente siccità che ha determinato un aumento del prezzo del grano e del pane. Tutti effetti che possono essere immediati o anche manifestarsi su un periodo più lungo di tempo, come nel caso dell’innalzamento del livello del mare e dello scioglimento dei ghiacci dell’Himalaya, che ha causato la salinizzazione dell’acqua consumata dagli abitanti del Bangladesh  con una conseguente ed estremamente diffusa epidemia di ipertensione in quell’area costiera.

E’ dunque fondamentale migliorare la sostenibilità di tutte le attività umane. In questo senso il PNRR rappresenta una grande possibilità, poiché prevede ad esempio uno stanziamento di 2 miliardi di euro da usare su impianti di biogas, biometano e idrogeno nel settore degli allevamenti: ciò permetterebbe di migliorare la qualità del fertilizzante naturale e della fertilità del suolo a sua volta e avere, inoltre, un impatto positivo sulla produzione di energia pulita.

E per monitorare l’impatto delle nostre attività è stato ideato un vero e proprio calcolatore, facilmente scaricabile da internet, che analizza le ripercussioni delle nostre azioni sulla temperatura e, lì dove necessario, studiare un mix di comportamenti alternativi che siano in grado di ridurre le emissioni di gas serra.

Che sia dunque su larga scala o nel nostro piccolo, è importante e urgente adottare uno stile di vita che risulti più sostenibile ed in armonia con l’ambiente.

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