27 Aprile 2024
Pubblichiamo queste importanti informazioni tratte dal sito del Ministero della Salute per l'allarme che si sta creando in questi giorni in Europa, dovuto al rischio di contaminazione nucleare
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Pubblichiamo queste importanti informazioni tratte dal sito del Ministero della Salute per l’allarme che si sta creando in questi giorni in Europa, dovuto al rischio di contaminazione nucleare.

La nostra raccomandazione è di NON assumere pillole a base di iodio se non dopo colloquio con il proprio medico di fiducia. Troppo iodio può essere dannoso e tossico per il nostro organismo.

Lo iodio, dal greco iodes (violetto), è un elemento (come l’ossigeno, l’idrogeno, il calcio ecc.) diffuso nell’ambiente in diverse forme chimiche.
Lo iodio presente nelle rocce e nel suolo, per azione delle piogge e dell’erosione, è trasportato dalle acque superficiali nei mari e negli oceani.

ll dilavamento dei terreni ha determinato il basso contenuto di iodio nei
suoli. Lo iodio contenuto nell’acqua dei mari evapora nella atmosfera e, con
le piogge, ritorna sulla superficie terrestre. Lo iodio presente nel mare si
accumula nelle alghe, nei pesci e nei crostacei, mentre quello presente nei
terreni viene assorbito dalle piante.

A cosa serve lo iodio?

Lo iodio è un micronutriente essenziale presente nell’organismo umano in piccole quantità (15–20 mg) e concentrato quasi esclusivamente nella tiroide, ghiandola endocrina posta alla base del collo. La tiroide produce due ormoni (tiroxina o T4 e triiodotironina o T3) che contengono iodio nella loro struttura chimica.

Questi ormoni regolano numerosi processi metabolici nella maggior
parte delle cellule e svolgono un ruolo importantissimo nelle prime fasi della crescita e nello sviluppo di diversi organi, in particolare del cervello.

Cosa succede se manca lo iodio?

Nel caso di insufficiente assunzione di iodio, la tiroide non è in grado di
produrre quantità sufficienti di ormoni tiroidei. Questo può portare, in tutte
le fasi della vita, a manifestazioni cliniche chiamate nel loro complesso
disturbi da carenza iodica. Tali manifestazioni sono più o meno importanti
a seconda della gravità della carenza di iodio e del periodo della vita
in cui essa si verifica. La conseguenza più conosciuta della carenza di
iodio è il gozzo, ovvero l’ingrandimento della tiroide. Questo fenomeno
rappresenta inizialmente un adattamento della ghiandola, che diviene più
attiva nel tentativo di produrre quantità di ormoni adeguate alle necessità
dell’organismo.

Se questo adattamento ha successo e la carenza di iodio non è molto grave, la persona non andrà incontro a danni rilevanti, che si manifesteranno invece con il perdurare della carenza.

Sebbene il gozzo sia l’effetto più frequente, le conseguenze più gravi della
carenza di iodio sono rappresentate dai danni a carico del sistema nervoso
centrale e periferico, per il cui sviluppo gli ormoni tiroidei sono essenziali.
Una assunzione insufficiente di iodio può provocare problemi in tutte le
epoche della vita, tuttavia è estremamente importante che le donne in
gravidanza e in allattamento e i bambini con meno di 3 anni assumano
quantità sufficienti di questo elemento.

Questo perché una grave carenza di iodio che si verifica durante lo sviluppo del feto e del neonato porta a danni irreversibili del cervello e del sistema nervoso centrale e, di conseguenza, ad un ritardo mentale permanente. Carenze di iodio anche lievi, portano comunque a deficit intellettivi minori.

Come possiamo assumere lo iodio?

La fonte principale di iodio per l’organismo umano è rappresentata dagli
alimenti, il cui contenuto di iodio è estremamente variabile: nei vegetali la sua presenza dipende dallo iodio presente nel terreno in cui vengono coltivati, mentre negli alimenti di origine animale dipende dallo iodio assunto dagli animali con l’alimentazione. Gli alimenti più ricchi di iodio sono i pesci di mare ed i crostacei. Anche le uova ed il latte ne contengono quantità importanti.

Quantità minori sono contenute nella carne, nei vegetali e nella frutta.
Sulla base di studi specifici è comunque risultato che la quantità media
assunta normalmente con la dieta dalla popolazione è insufficiente a
soddisfare il fabbisogno giornaliero di iodio.

L’Italia ha recentemente raggiunto la condizione di iodosufficienza grazie
all’approvazione della Legge n.55 del 2005, che ha introdotto un programma di iodoprofilassi su base volontaria, e grazie ad un’attenta azione di monitoraggio realizzata dall’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia-OSNAMI presso l’Istituto Superiore di Sanità (www.iss.it/osnami). Sebbene il raggiungimento della iodosufficienza abbia portato alla scomparsa del gozzo in età pediatrica, c’è ancora preoccupazione per le donne in gravidanza per le quali non è stata ancora dimostrata in via definitiva una adeguata nutrizione iodica nel nostro Paese.

Di quanto iodio abbiamo bisogno?

Per far sì che la tiroide funzioni in modo adeguato e produca le quantità
necessarie di ormoni tiroidei è necessario che tutti – bambini, adolescenti e
adulti – assumano quotidianamente la giusta quantità di iodio.
La quantità che deve essere assunta giornalmente da un adolescente o da un adulto è pari a 150 microgrammi al giorno.

Le donne in gravidanza e in allattamento ne devono assumere di più
(250 microgrammi al giorno)
per assicurare un normale sviluppo del bambino.

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