29 Marzo 2024
Francesca Grassitelli | Solo in Piemonte si contano tra i 400 e i 500 casi annuali di tumori riguardanti sia l’apparato muscolare che quello scheletrico. Ne parliamo col dott. Raimondo Piana.
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Francesca Grassitelli

Domenica 06 febbraio è andata in onda una nuova puntata di Antropos – Viversano, il programma televisivo su salute, ambiente e società diretto dal medico e giornalista Giorgio Diaferia. Incentrata sui tumori ossei, la puntata ha visto la partecipazione del dott. Raimondo Piana, direttore della struttura di ortopedia e oncologia ricostruttiva presso il CTO di Torino.

Solo in Piemonte si contano tra i 400 e i 500 casi annuali di tumori riguardanti sia l’apparato muscolare che quello scheletrico. Per questo, la regione vanta la presenta di numerosi gruppi interdisciplinari dedicati alla cura dei tumori e noti come GIC, che permettono al paziente di essere seguito da più e diverse figure professionali: oncologi, radiologi, fisioterapisti, ortopedici e radioterapisti.

In questi gruppi vengono infatti discusse le terapie più adatte, calibrate ad personam e a seconda della patologia. Ma prima di arrivare a ciò, la rete oncologica piemontese prevede una serie di step: in primo luogo un’ecografia che permette di considerare la profondità delle lesioni dei tessuti molli in superficie; se la lesione risulta più profonda di 3cm, bisogna allora ricorrere ad una risonanza magnetica (o ad una tac o, ancora, ad una biopsia a seconda dei casi) per definire meglio il sospetto di un sarcoma; infine, bisogna optare per una terapia che ne riduca le dimensioni o per un intervento chirurgico di tipo ricostruttivo.

Tutto ciò avviene all’interno di ambulatori specifici chiamati CAS, ossia Centro Accoglienza Servizi, che si occupano sia di tumori primitivi – lesioni maligne che nel 70-80% dei casi possono essere curate se diagnosticate tempestivamente – sia di tumori ossei secondari, ossia metastasi sviluppatesi altrove e che colpiscono successivamente anche la struttura scheletrica.

Tendenzialmente i sarcomi insorgono in età giovanile, a partire dai 30 anni, ma la percentuale di recidiva si è ormai esponenzialmente ridotta. Anche la percentuale di successo degli interventi chirurgici risulta oggi molto maggiore, soprattutto grazie al miglioramento dei materiali adoperati (tutti oggi biocompatibili con l’organismo) e alla pianificazione preoperatoria, durante la quale gli esami vengono condivisi con figure tecniche ed ingegneristiche, permettendo così di costruire dei modelli 3D dei tumori.
Fondamentale è infine il percorso post operatorio, che richiede dai 30 giorni ai 2 mesi, periodo in cui è importante evitare infezioni delle ferite chirurgiche e garantire una perfetta fusione tra l’osso e l’eventuale protesi.

Per altri e importanti temi, continuano i nostri appuntamenti ogni domenica alle 17.30 su Telecupole, canale 15 del digitale terrestre.

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