29 Marzo 2024
Eleonora Altieri | Le università vivono grazie agli studenti, giovani menti che chiedono di essere formate ed educate. Quindi, perché non educare anche a un corretto rapporto con il cibo?
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Eleonora Altieri | Le università vivono grazie agli studenti, giovani menti che chiedono di essere formate ed educate. Quindi, perché non educare anche a un corretto rapporto con il cibo?

Al contrario di quel che si potrebbe pensare, alimentazione e cibo sostenibile non sono argomenti esclusivi di poche facoltà, ma possono diventare la priorità di tutti gli atenei.

Il RUS (Rete università gruppo sostenibile) ha l’obiettivo di diffondere la cultura e le pratiche di sostenibilità all’interno e all’esterno degli atenei. Già un milione e mezzo di studenti fa parte di questa rete: mobilità, energia, rifiuti, cambiamenti climatici ed educazione sono i cinque ambiti di intervento.

«Parlare di sostenibilità non è solo trasferire i concetti: vuol dire educare, cambiare stile di vita» sostiene Fabio Pranovi, docente del Dipartimento di Scienze Ambientali, UNIVE.

Alcuni atenei si sono già attivati in modi diversi.

L’Università di Torino ha notato un alto utilizzo dei distributori automatici da parte degli studenti. Come si fa a proporre cibo sano? Nadia Tecco, ricercatrice e consulente di consumo e produzione alimentare, ha agito in tre mosse: coinvolgere chi vende i prodotti, coinvolgere i consumatori per capire cosa vogliono, parlare con nutrizionisti esperti.

In questo modo si allarga il mercato e si dà un’alternativa salutare alle classiche merendine. L’idea è estendere questo progetto anche alle mense in rapporto qualità prezzo.

Al Politecnico nei laboratori di chimica gli studenti di ingegneria, design e architettura collaborano per studiare una materia che non rientra quasi mai nei piani di studio: il cibo. A dimostrazione che produrre ciò che si mangia rende più consapevoli di ciò che può accadere a noi e a ciò che ci circonda. Per produrlo si deve preservare la natura, l’ambiente intorno a noi.

Piccole azioni con la speranza di coinvolgere più atenei possibili: «l’università è il luogo dove è più facile sperimentare forme diverse di insegnamento, coinvolgendo persone con ruoli e provenienze diverse» afferma Andrea Pieroni, Rettore di Scienze Gastronomiche.

Per saperne di pià http://www.green.unito.it/

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