19 Aprile 2024
JB | Ha raccolto più di 78mila firme la proposta di legge per introdurre a scuola l’educazione alla cittadinanza. Una delegazione dell’Anci venerdì scorso ha depositato in parlamento le adesioni raccolte in tutta Italia nel corso degli ultimi cinque mesi
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JB | Ha raccolto più di 78mila firme la proposta di legge per introdurre a scuola l’educazione alla cittadinanza (leggi qui il testo). Una delegazione dell’Anci, guidata dal sindaco di Firenze Dario Nardella, venerdì scorso ha depositato in parlamento le adesioni raccolte in tutta Italia nel corso degli ultimi cinque mesi.

Dall’estate sindaci e amministratori locali di molte città d’Italia si sono mobilitati per dare una risposta ai troppi episodi di disinteresse e noncuranza per il bene pubblico. Un’iniziativa che ha raccolto le adesioni di studenti, giornali, personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo per far crescere nelle nuove generazioni il senso di appartenenza alla comunità, base del vivere civile e solidale.

L’ora di educazione alla cittadinanza, oltre a far conoscere i principi costituzionali, servirà – dicono i promotori – a interrogarsi sulle regole e sul loro significato, sul rispetto del bene comune e dell’altro. Servirà soprattutto a far capire perché è giusto che esistano diritti e doveri, e perché rispettarli può rendere tutti, giovani e adulti, cittadini migliori. Una iniziativa che punta a recuperare il senso di appartenenza alla propria comunità, per imparare a prendersi cura degli spazi comuni e contrastare ogni forma di pregiudizio e violenza.

«Aver raccolto l’adesione di 78mila persone rappresenta una grande vittoria non solo dei sindaci ma dei cittadini che hanno a cuore le loro città, che si spendono perché siano vivibili facendo la loro parte» ha detto il presidente dell’Anci Antonio Decaro. Un risultato che per l’ANCI ha un significato chiaro e preciso: è necessario ripartire dalla scuola e far conoscere ai più giovani l’importanza della legalità e del diritto.

L’Educazione alla cittadinanza si preannuncia come un passo avanti rispetto alla tradizionale Educazione civica, scomparsa ormai dai programmi di insegnamento. Anche per questo la proposta di legge prevede percorsi di formazione dei docenti e specifiche materie di studio: i diritti umani, l’educazione ambientale, l’educazione digitale, il diritto del (e al) lavoro.

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