19 Maggio 2024
Alessandra Ferrara | Alexandria Ocasio-Cortez e Ada Negri incarnano coloro che sono parte attiva della sfera pubblica e comune di cui la politica deve occuparsi: Stato e cittadino
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Alessandra Ferrara

La parola “politica”, spesso determina un brivido alla sola pronuncia: sembra qualcosa sempre troppo lontana dalla nostra portata, di cui spesso ci interessiamo poco o niente perché non di “nostra competenza”, di cui si occupano spesso uomini fasciati in eleganti abiti neri e cravatta ben stretta al collo, miranti al potere egoistico e dimenticanti di essere portavoce della comunità.

La politica delle donne

«L’idea che una donna sia potente quanto un uomo è difficile da accettare per la nostra società, ma io sono forte quanto un uomo e questo fa impazzire chi mi critica». AOC

AOC non è l’acronimo di una vettura di lusso, bensì le iniziali di colei che ha riportato il vento dei principi del socialismo, quali uguaglianza sociale, economica e giuridica al Congresso americano.

Alexandria Ocasio-Cortez è una giovane politica e attivista americana di origine portoricana, fresca di nuova elezione alla Camera dei Rappresentanti dello stato di New York. Cresciuta nel Bronx insieme alla famiglia (la madre guidava i bus, il padre era un architetto), Alexandria si laurea alla Northeast University di Boston ed inizia a lavorare, anche, come cameriera per aiutare la sua famiglia.

La causa della classe operaia, che si occupa di disuguaglianze di reddito e problemi sanitari, il ruolo della donna, ogni forma di discriminazione (raziale o legata al genere) e l’attenzione all’ambiente, sono i cardini dell’impegno politico di questa giovane rappresentante degli americani comuni, come lei stessa si definisce. Tematiche spesso messe da parte e ritenute non prioritarie per il suo paese.

Alexandria, per esempio, non ha temuto di fronte all’intero Congresso americano di rispondere alle offese sessiste ricevute da un senatore repubblicano.

La causa sociale in letteratura

La politica appartiene ed è delle donne che da sempre sono attente e dedite sostenitrici della causa sociale per mezzo di tutti gli strumenti a loro disposizione, comprese la poesia e la letteratura.

Ma sui vecchi tremanti e affaticati, Sui senza pane, piango; Piango su i bimbi gracili e scarnati, Su mille ignote sofferenze piango. E quando il pianto dal mio cor trabocca, Nel canto ardito e strano Che mi freme nel petto e sulla bocca, Tutta l’anima getto a brano a brano. Estratto di Senza nome, da Fatalità di A.N.

Scrive la nostra “vergine rossa”, la poetessa lodigiana Ada Negri quasi dimenticata sia dalla critica che dal pubblico dopo la sua morte a causa del suo avvicinamento alle logiche di pensiero del Mussolini pre-fascismo.

Ada, come Alexandria, nasce in una famiglia appartenente alla classe operaia: la madre era un’impiegata del lanificio, la nonna la portinaia di casa Barni. Al lavoro di insegnante accompagna la stesura di componimenti poetici ed in prosa in cui emerge la sua sensibilità verso le condizioni disagiate e di emarginazione a cui è costretta la classe operaia di fine Ottocento, in cui l’uomo e la macchina sono un unico meccanismo. L’operaio, uomo o donna che sia, infatti, è vittima della macchina stessa.

Fra i denti acuti un ingranaggio portasiPovera donna bionda e mutilata!— Una mano troncata Estratto di Mano nell’ingranaggio, da Fatalità di A.N.

È il suo arrivo a Milano, come docente presso la scuola “Gaetana Agnesi” che permette alla poetessa di entrare in contatto con i rappresentati del nascente partito socialista come Filippo Turati e la compagna Anna Kuliscioff.

La scrittura della Negri è stata definita irriverente e dolorosa, animata da un sentimento sociale che la conduce a sposare, infatti, gli ideali politici del socialismo riformista.

Il racconto “Il posto dei vecchi”, contenuto nella raccolta “Le solitarie” è un chiaro esempio di denuncia delle condizioni e delle difficoltà in cui vive una famiglia operaia, presso la quale lo spazio in casa è ridotto per il numero di componenti, in cui è necessario razionare il cibo per poter sfamare tutti, ma soprattutto risalta la figura di una donna forte, lavoratrice che senza indugio si fa carico di compiti che per definizione appartengono all’uomo, attraverso la protagonista Feliciana, come appunto lavorare per poter vivere.

Il cavaliere Agliardi cadde dalle nuvole. — Come, come, come? (balbettava un poco, era il suo difetto e il suo incubo). Come, come, come? Feliciana! In una fabbrica, tu?… Ma non vedi quanto sei delicata? Credi tu di resistere, in un inferno simile? La donnina che gli stava davanti aveva, infatti, l’aspetto minuscolo. Ma lo fissava con due larghi occhi lucenti di fosforo e d’energia: gli parlava con una larga bocca tagliata dritta sopra un mento sporgente. Faccia di resistenza: piccolo organismo d’acciaio, nel quale ogni molla era al proprio posto, ogni rotella funzionava a tempo, come nelle macchine di fattura perfetta. Estratto da Il posto dei vecchi, da Le solitarie di A.N.

La politica non ha genere

Far politica, dunque, è un compito che ognuno può svolgere con il proprio operato anche in piccoli contesti con gli strumenti naturali che si hanno a disposizione: da un lato Alexandria con il suo carisma, l’impeto e l’ardore della giovane età, l’uso anche dei canali social come mezzo di comunicazione; dall’altro Ada, on la consapevolezza delle sue origini tanto da definirsi <rozza figlia dell’umida stamberga>>, fa della sua scrittura il mezzo di denuncia sociale che accompagna al suo diretto impegno con la fondazione dell’Asilo Mariuccia insieme ad Ersilia Majno a tutela delle bambine e delle donne vittime di abusi sessuali.

Così, in accordo con il significato etimologico del termine, sia Alexandria che Ada incarnano coloro che sono parte attiva della sfera pubblica e comune di cui la politica si occupa: quindi, Stato e cittadino.

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